ASIA/MALAYSIA - Vicina la sentenza sull’uso del termine “Allah” per i cristiani: in ballo la libertà religiosa

sabato, 12 ottobre 2013

Kuala Lumpur (Agenzia Fides) – E’ previsto per lunedì 14 ottobre il verdetto della Corte di Appello di Kuala Lumpur sul ricorso presentato dal governo malaysiano contro la sentenza di primo grado, emessa nel 2009, sul caso dell’uso del termine “Allah” per i cristiani. Nel processo di quattro anni fa, conclusosi davanti un tribunale di prima istanza, la Chiesa cattolica, come editore del settimanale cattolico “Herald”, aveva visto riconosciuta la legittima possibilità di usare la parola “Allah” per indicare “Dio” nei suoi riti e nelle pubblicazioni in lingua malaysiana. Infatti la parola “Allah” è usata da secoli dai cristiani nella lingua locale, il “Bahasha Malaysia”, in cui non esiste altro termine equipollente. Secondo alcuni membri dell’esecutivo e secondo alcuni leader religiosi islamici, il termine sarebbe invece appannaggio esclusivo dei musulmani.
Alla vigilia della sentenza, i cristiani rivendicano tale diritto, affermando che un divieto “violerebbe l'accordo costituzionale del 1963, fondativi della Malaysia, che garantisce il diritto inalienabile alla libertà religiosa per i non musulmani”, afferma una nota inviata a Fides dalla “Associazione delle Chiese a Sarawak”, provincia della Malaysia. “Una limitazione del genere trasformerebbe in criminali 1,6 milioni di cristiani che vivono nelle province di Sabah e Sarawak (che utilizzano la lingua bahasha Malaysia per il culto,ndr)”, spiega Bolly Lapok, presidente dell’Associazione.
“Questi fedeli – aggiunge – costituiscono i due terzi dei cristiani malaysiani e nella loro lingua madre, si riferiscono a Dio come Allah”. Mons. Thomas Zeni , presidente del “Consiglio delle Chiese” a Sabah, rimarca: “Con il massimo rispetto per le autorità dello stato – siano il potere esecutivo, legislativo o giudiziario – chiediamo che non si lasci che il fanatismo religioso, il razzismo e l'estremismo avvelenino la nostra nazione malaysiana”.
Dopo la sentenza del 2009, fra le Chiese cristiane e il governo fu sottoscritto, nel 2011, un accordo in 10 punti che consente la stampa, l'importazione e la distribuzione della Bibbia “Alkitab”, come è chiamata quella in lingua malaysiana, che contiene il termine “Allah”, specificando che si tratta di “pubblicazione riservata ai cristiani”. (PA) (Agenzia Fides 12/10/2013)


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