AMERICA/PANAMA - Lo sciopero dei medici ferma il paese, richiesta la mediazione della Chiesa

giovedì, 10 ottobre 2013

Panama (Agenzia Fides) – Il Partito Rivoluzionario Democratico (PRD) ha chiesto l'intervento della Chiesa cattolica a Panama per mediare nel conflitto tra il governo e i medici, in sciopero da quasi 15 giorni, per l'abrogazione della legge n.69 che autorizza l'assunzione di medici stranieri. “Oggi vogliamo chiedere all'Arcivescovo (di Panama) Sua Ecc. Mons. José Domingo Ulloa e alla Chiesa di offrirsi come mediatori tra le associazioni mediche e il governo, per mettere fine allo sciopero dei medici che colpisce centinaia di migliaia di panamensi” ha detto in una dichiarazione pubblica il candidato alla presidenza e segretario generale del PRD, Juan Carlos Navarro. La nota pervenuta all’Agenzia Fides informa che Navarro si è espresso contro la legge 69.
I dirigenti della Commissione Medica Nazionale per il negoziato, che ha organizzato lo sciopero, hanno espresso la volontà di parlare direttamente con il Presidente Martinelli per trovare una soluzione al problema e hanno rifiutato gli inviti da parte del Ministero della Sanità e del Fondo di Previdenza Sociale per avviare l’attuazione della legge.
I rappresentanti della Chiesa cattolica non hanno ancora dato una risposta ufficiale alla richiesta. Nel frattempo circa 18.000 pazienti non hanno potuto effettuare alcuna visita medica. La preoccupazione degli oltre 5.000 medici in sciopero è che, con questa legge, si voglia privatizzare gradualmente il servizio sanitario e si metta in pericolo la stabilità lavorativa del settore medico. Secondo l'ultimo rapporto del Ministero della Sanità panamense, il governo ha già allo studio il curriculum di 22 medici (provenienti da Spagna, Cuba e Repubblica Dominicana) disposti a lavorare a Bocas de Toro, Coclé, Darién, Colon, Los Santos y Herrera.
In base alle ultime informazioni, il governo ha promesso l’aumento di borse di studio e di stipendio ai medici che decidono di lavorare nella zona più interna del paese, e questa sarebbe la motivazione principale, secondo il governo, dell’approvazione della legge 69. Nelle ultime ore anche i sindacati degli insegnanti si sono uniti alla richiesta di abrogare la legge, ma senza proclamare lo sciopero. (CE) (Agenzia Fides, 10/10/2013)


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