ASIA/PAKISTAN - Un santuario per le vittime cristiane di Peshawar, ancora senza indennizzo del governo

martedì, 8 ottobre 2013

Islamabad (Agenzia Fides) – Il Vescovo anglicano di Peshawar, Mons. Peter Humphrey Sarfraz, leader della “Chiesa del Pakistan”, ha diffuso la lista completa dei morti e dei feriti nell’attentato del 22 settembre alla Chiesa di “Tutti i Santi” a Peshawar: come riferito a Fides, l’attentato di due kamikaze islamisti ha causato 126 fedeli cristiani uccisi e 166 feriti. Nella chiesa vi è un manifesto commemorativo con le immagini delle vittime identificate. Nel cortile fuori dalla Chiesa, luogo della prima esplosione, è stato creato un piccolo santuario commemorativo per i defunti.
Mons. Peter Humphrey Sarfraz comunica in una nota inviata a Fides: “Sono tuttora scioccato per le tante perdite umane: è il peggiore incidente che colpisce una chiesa della nostra diocesi. L'attacco è stato un atto di violenza vigliacca contro cristiani innocenti, che sono veri martiri. Il mio cuore gronda di dolore. I cristiani si ritengono veri pakistani: abbiamo sacrificato molto per questa patria.
Il governo provinciale ha promesso di dare un risarcimento di 500.000 rupie (pari a circa 4.700 dollari) per le famiglie delle vittime e 200.000 rupie (circa 1.900 dollari) per i superstiti, rimasti gravemente invalidi. Finora le vittime non hanno ricevuto alcun indennizzo”.
Come informa il Pastore anglicano Ijaz, che guidava la liturgia in chiesa il giorno dell'esplosione, nei dintorni della Chiesa risiedono circa 500 famiglie cristiane. I residenti sono perlopiù cittadini poveri ed emarginati. Molti di loro lavorano come operatori sanitari o sono operai sfruttati e sottopagati. Sulla strage, notano fonti locali di Fides, vi sono tuttora polemiche. Molti feriti, lamentano i fedeli locali, avrebbero potuto essere salvati. Numerosi sono morti per mancanza di un trattamento di emergenza e per le carenze del personale ospedaliero. Le vittime sono state collocate in bare senza alcuna identificazione e le famiglie dei feriti gravi non sono state avvisate, per cattiva amministrazione. Le famiglie hanno così perso l'occasione di dare un ultimo saluto ai loro cari, poi deceduti. Un incidente, che ha causato ira e rabbia, testimonia la grave superficialità degli ospedali: due feriti sono stati considerati erroneamente morti e posti nelle bare; solo dopo i lamenti di dolore sono stati liberati. A Peshawar ci si chiede: se fossero stati musulmani, sarebbe accaduto comunque? (PA) (Agenzia Fides 8/10/2013)


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