ASIA/FILIPPINE - Un missionario: “Escalation pericolosa a Zamboanga: il governo non ha esplorato tutte le possibili vie diplomatiche”

martedì, 17 settembre 2013

Zamboanga (Agenzia Fides) – Sul conflitto in corso a Zamboanga fra truppe governative e ribelli del “Moro Nayional Liberation Front” (MNLF) che, in dieci giorni, ha fatto, secondo gli ultimi dati giunti a Fides, circa 100 morti e 100mila sfollati, “il governo non ha esplorato tutte le possibile vie diplomatiche, prima dell’opzione militare”: è quanto dice all’Agenzia Fides p. Angel Calvo, missionario Clarettiano, da 40 anni a Mindanao (Filippine Sud), impegnato a Zamboanga nell’ “Interreligious Solidarity Movement for Peace”, che promuove programmi di istruzione e opera per la convivenza pacifica di comunità cristiane e musulmane nelle Filippine Sud.
“Siamo di fronte a una escalation molto pericolosa; urge un immediato cessate-il-fuoco e riprendere con coscienza la via del dialogo”, dice a Fides p. Calvo, manifestando “delusione frustrazione di molti missionari e enti della società civile che da anni operano per costruire un tessuto sociale armonioso e pacifico, e che vedono i loro sforzi andare in fumo”. “Il conflitto lascia sempre ferite aperte, le vittime e i morti lasciano cicatrici che solo il tempo potrà sanare”, rimarca. “Tutto il percorso di pace e di demolizione dei pregiudizi reciproci, costruito in tanti anni, è compromesso. Temo che anche le relazioni fra cristiani e musulmani risentiranno di questo conflitto prolungato”, spiega. “La violenza non è mai la giusta soluzione. La decisione di un attacco militare è stata presa in modo frettoloso. Il governo non ha esplorato tutte le vie possibili per una soluzione negoziata. Molte Ong hanno offerto le proprie competenze e conoscenza per mediare con i ribelli, ma non siamo stati in alcun modo considerati”, sottolinea p. Calvo.
Sulle ragioni dell’esplosione di violenza del MNLF, p. Calvo nota: “Il MNLF si è sentito emarginato, rispetto all’accordo firmato dal governo con l’altro gruppo armato, il ‘Moro Islamic Liberation Front’ (MILF). Così ha ripreso la guerriglia, proclamando uno ‘stato islamico indipendente’ nelle Filippine Sud, il che è inaccettabile. Ma il ritorno a legittime richieste di autonomia, e non di indipendenza, si può ottenere con la via del dialogo, non con al forza”.
Intanto, si moltiplicano gli appelli per un “cessate-il-fuoco umanitario” a Zamboanga. In un nota inviata a FIdes il forum “Mindanao Peace Weavers” (MPW), che include oltre 50 organizzazioni della società civile, molte cristiane, chiede la liberazione degli ostaggi e l’apertura di un corridoio umanitario per permettere il soccorso dei civili, ribadendo un accorato appello alla fine della violenza e per una soluzione pacifica. (PA) (Agenzia Fides 17/9/2013)


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