ASIA/INDIA - Narendra Modi candidato Premier: per la Chiesa “è un suicidio politico del Bjp”

martedì, 17 settembre 2013

New Delhi (Agenzia Fides) – Il principale partito di opposizione in India, il “Bharatiya Janata Party” (BJP), formazione marcatamente nazionalista che contende il governo del paese al Partito del Congresso ed è stata al potere in India nel periodo 1999-2004, ha scelto il controverso leader Narendra Modi come candidato Premier alle elezioni generali previste nel 2014. La scelta di Modi, attualmente Primo ministro dello stato di Gujarat, è frutto di un acceso dibattito anche all’interno del partito: il 62enne leader, infatti, è noto come fautore di una ideologia di “nazionalismo religioso indù”, fiancheggiatore delle formazioni estremiste indù, responsabili di violenze e massacri nell’India di ieri e di oggi. In Gujarat, ricordano in molti, Modi fece ben poco per fermare i disordini fra indù e musulmani nel 2002, quando centinaia di musulmani furono uccisi. L'annuncio della candidatura di Modi apre ufficialmente la stagione elettorale in India, anche se non sono previsti sondaggi fino ad aprile o maggio del 2014.
La Chiesa cattolica e molti altre organizzazioni della società civile indiana, che operano per l’armonia interreligiosa, la convivenza e il pluralismo, esprimono il loro disappunto. Secondo, p. Charles Irudayam, Segretario della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale dell’India, interpellato dall’Agenzia Fides, “la scelta è un suicidio politico del BJP”, in quanto “la maggior parte di cittadini indiani non approva l’approccio conflittuale e il ‘comunitarismo’ propugnati da Modi”. “Tutti coloro che sostengono uno stato laico, basato sul concetto di cittadinanza, sui diritti e sulla giustizia, non lo appoggeranno”, rimarca a Fides il sacerdote. “Il BJP ha puntato ancora su una agenda nazionalista, che strumentalizza la religione. Vogliono attirare i giovani e tutti i settori induisti della società. Ma credo che, come avvenuto ad esempio nello stato di Karnataka, questa strategia risulterà perdente”.
“Come Chiesa cattolica – conclude p. Irudayam – continueremo a lavorare per l’armonia e per il bene del paese, senza sostenere alcun partito politico, ma operando per la giustizia e i diritti di tutti, specialmente dei più poveri e svantaggiati”. (PA) (Agenzia Fides 17/9/2013)


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