AFRICA/ALGERIA - Pace in Siria: la Chiesa in Nord Africa solidale con quella del Levante

lunedì, 2 settembre 2013

Algeri (Agenzia Fides)-I cattolici che vivono in Nord Africa hanno ben accolto l’invito al digiuno e alla preghiera per la pace in Siria lanciato dall’Arcivescovo di Tunisi, Mons. Ilario Antoniazzi, e dal Vescovo di Costantina, Paul Desfarges, poco prima dell’indizione da parte di Papa Francesco di una giornata di preghiera e digiuno per il martoriato Paese mediorientale, sabato 7 settembre. Lo afferma Mons. Claude Rault, Vescovo di Laghouat-Ghardaia, in Algeria, in una lettera inviata il 30 agosto a Mons. Maroun Lahham, Vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, con la quale la Chiesa cattolica in Nord Africa esprime solidarietà e vicinanza nella preghiera alla comunità cattolica del Levante
. “Di fronte al dramma che sprofonda la Siria nella violenza e nella guerra fratricida- si legge nella missiva giunta a Fides- e davanti alle ripercussioni nel vostro Paese, nelle Chiese e nelle Comunità musulmane della Regione, voglio manifestarle la nostra profonda solidarietà. Questa solidarietà si esprime attraverso la preghiera e con i legami fraterni stabiliti tra noi”.
Mons. Rault sottolinea che “le Chiese della Giordania hanno ampiamente aperto le porte e i cuori a migliaia di rifugiati siriani al prezzo di pesanti sacrifici, accogliendo senza distinzione poveri cittadini di qualunque confessione religiosa. Lei ha particolarmente contribuito a questa apertura, chiedendo alla vostra comunità di mostrarsi generosa e accogliente”.
Il Vescovo di Laghouat-Ghardaia ricorda inoltre il recente incontro tra Papa Francesco e il Re Abdallah II di Giordania, al termine del quale in un comunicato la Santa Sede afferma che il dialogo è l’unica opzione per mettere fine al conflitto. Una posizione condivisa da Mons. Lahham, che come ricorda Mons. Rault, “attraverso la voce dei media” ha affermato che “un intervento militare esterno sarebbe una calamità e la peggior cosa per la Siria, e rischierebbe di scatenare una guerra che potrebbe prolungarsi ben al di là di questo Paese”.
Mons. Rault conclude affermando: “Siamo coscienti che le cause di queste violenze insostenibili vanno oltre il Paese colpito. Anche se siamo sprovvisti di mezzi umani, vogliamo unire la nostra voce e la nostra preghiera alla vostra e a tutti gli artefici di pace che operano in Siria e altrove per la pacificazione e la riconciliazione”. (L.M.) (Agenzia Fides 2/9/2013)


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