ASIA/LIBANO - I Vescovi maroniti: Il Paese resti neutrale

giovedì, 8 agosto 2013

Dimane (Agenzia Fides) – Il Libano può sottrarsi alle tante insidie che minacciano la sua stabilità solo se rimane fuori dalla guerre che imperversano ai suoi confini e mantiene la propria “neutralità davanti ai conflitti in atto sull'asse regionale e su quello internazionale”. L'allarme per le sorti del Paese del cedri viene dal Consiglio dei Vescovi maroniti riunitisi mercoledì 7 agosto per il loro incontro mensile a Dimane, presso la sede patriarcale estiva. I vescovi, sotto la presidenza del Patriarca Bechara Boutros Rai, hanno rivolto anche una critica diretta ai due blocchi politici nazionali contrapposti – quello del “14 marzo” e quello dell' “8 marzo” - giudicati responsabili della paralisi istituzionale che sta facendo affondare il Paese in una crisi economica e sociale sempre più esplosiva. “I vescovi” si legge nel comunicato finale dei lavori, pervenuto all'Agenzia Fides “esprimono la loro inquietudine e quella del popolo libanese davanti alla paralisi politica che colpisce le istituzioni costituzionali a causa delle divisioni verticali estreme della classe politica, polarizzata in due fronti contrapposti, che provano ciascuno a monopolizzare il potere e a imporre il proprio punto di vista al campo avversario e all'insieme della società libanese”. Le divisioni - sottolineano i vescovi - radicano nel popolo l'impressione che la sua sorte sia sospesa alle logiche “degli interessi privati e della corruzione dilagante”. Una degenerazione che rende sempre più urgente la formazione di un “governo efficace e in grado di assicurare la stabilità sul piano economico, sociale e della sicurezza” e il raggiungimento dell'accordo su un sistema elettorale che permetta di riattivare la pratica democratica e il rinnovamento dell'elite politica attraverso “una rappresentazione autentica di tutte le parti libanesi sulla base della parità prevista dalla Costituzione”.
Sulla questione dei rifugiati siriani, i Vescovi maroniti ripetono che la solidarietà con i profughi è “un dovere nazionale” ma registrano anche la mancata organizzazione dell'accoglienza e l'impatto destabilizzante della loro permanenza prolungata sul fragile equilibrio sociale libanese. Dai vescovi maroniti sono venute anche espressioni di omaggio e di solidarietà nei confronti delle Forze armate regolari libanesi, colpite di recente da attacchi nelle aree di confine con la Siria. (GV) (Agenzia Fides 8/8/2013).


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