AFRICA/CONGO RD - Accolta con scetticismo la proposta ONU di stabilire una zona di sicurezza a Goma

sabato, 3 agosto 2013

Kinshasa (Agenzia Fides)- È stata accolta con scetticismo dalla popolazione congolese la proposta della la Missione ONU per la stabilizzazione del Congo (MONUSCO), di stabilire una zona di sicurezza intorno a Goma, capoluogo del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (vedi Fides 2/8/2013).
Ieri, 2 agosto, la popolazione di Goma ha manifestato il suo disappunto nei confronti della MONUSCO, scendendo nelle strade della città. L’obiezione principale alla decisione dell’ONU riguarda l’estensione della zona di sicurezza. Secondo i piani dell’ONU quest’area va da Goma a Sake, lasciando scoperte le aree maggiormente colpite dalle violenze dei guerriglieri del movimento M23 e degli altri gruppi armati che infestano la provincia. I dimostranti, la maggior parte dei quali giovani, vogliono che la zona di sicurezza sia estesa in particolare a Rutshuru. “È la che si trovano i ribelli” gridavano i dimostranti.
Secondo la popolazione di Goma, la MONUSCO e la Brigata speciale d’intervento dell’ONU non farebbero altro che proteggere aree già liberata dalla presenza dei ribelli dalle forze armate congolesi. I critici sospettano che in questo modo, le Nazioni Unite congelerebbero la situazione sul campo, impedendo nuove offensive dei militari congolesi contro i gruppi ribelli. Come riferisce il quotidiano congolese “Le Potentiel”, “la popolazione ritiene aberrante il fatto che la Brigata speciale d’intervento dell’ONU non concentri la sua azione che nelle zone occupate dalle Forze Armate della RDC (FARDC), quando la risoluzione 2098 che stabilisce il suo mandato, le dà espressamente il potere di perseguire e neutralizzare le forze negative che pullulano nell’est della RDC, tra le quali figura l’M23”.
In una dichiarazione del 1°agosto, il coordinamento della società civile del Nord Kivu, lancia un ultimatum di una settimana alla Brigata d’intervento, perché passi all’offensiva contro i ribelli. “In caso contrario chiederemo alla popolazione di dissociarsi da essa e di condurre azioni di vasta portata per spingerla ad agire, oppure, ad andarsene” afferma il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 3/8/2013)


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