AFRICA/CONGO RD - L’ONU stabilisce una zona di sicurezza intorno a Goma

venerdì, 2 agosto 2013

Kinshasa (Agenzia Fides)- La Missione ONU per la stabilizzazione del Congo (MONUSCO) ha decretato una zona di sicurezza intorno a Goma, capoluogo del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, dove da settimana è in corso un’offensiva dell’esercito congolese, contro i guerriglieri del movimento M23 e di altri gruppi armati che operano nella provincia.
Lo scopo è quello di proteggere almeno un milione di civili, tra profughi e abitanti, presenti nella città.
La MONUSCO, che dovrà essere rafforzata dalla cosiddetta brigata di pronto impiego (composta da circa tremila uomini e non ancora operativa), è criticata dalla popolazione locale che non si sente sufficientemente protetta dai soldati dell’ONU.
I militari congolesi iniziano invece ad essere apprezzati dalla popolazione perché come riferisce una nota inviata a Fides dalla Rete Pace per il Congo “le prime vittorie dell’esercito hanno riacceso la speranza nella popolazione che, stanca della guerra e delle angherie dell’M23 (stupri, omicidi, furti, reclutamento forzato, …), non desidera altro che la sua sconfitta totale e definitiva”.
“Con questi primi successi, l’esercito congolese ha ricuperato la fiducia della popolazione, ormai abituata alle sconfitte a causa di tradimenti e complicità. Ora la gente del Nord Kivu incoraggia i militari, facendo collette per procurare loro il cibo necessario e, addirittura, accompagnandoli fino alla linea del fronte” continua la nota, che porta ad esempio un fatto curioso: “Il 18 luglio, alla falsa notizia del richiamo, a Kinshasa, del colonnello Mamadou N’Dala, responsabile delle operazioni militari contro l’M23, le mogli dei militari, i moto tassisti, gli studenti e molti altri giovani sono scesi in strada per protestare e sono accorsi all’aeroporto per impedirne la partenza, perché convinti che è grazie a lui che l’esercito ha potuto riportare queste prime vittorie sull’M23”. Queste manifestazioni popolari di Goma sono un segno inequivocabile di un nuovo rapporto di fiducia e di simpatia reciproca tra esercito e popolazione” conclude la nota. (L.M.) (Agenzia Fides 2/8/2013)


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