La legge italiana sulla fecondazione artificiale: Tavola rotonda, il 24 febbraio, presso l’Aula Magna dell’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum” di Roma

mercoledì, 23 febbraio 2005

Roma (Agenzia Fides) - Il legittimo desiderio di avere dei figli può giustificare l’utilizzo di pratiche “zootecniche” nella complessa esperienza umana della procreazione? Questa prassi non favorisce un progressivo depotenziamento assiologico dell’uomo fino ad offuscare il valore intrinseco dell’esistenza umana?
Giovedì 24 febbraio si discuterà su questi argomenti nella Tavola rotonda: “La legge italiana sulla fecondazione artificiale”, organizzata presso l’Istituto “Camillianum” di Roma.
La legge che consente alle coppie che non riescono ad avere figli di avere accesso alla procreazione medicalmente assistita è stata emanata nel febbraio 2004. Vi possono accedere solo coppie eterosessuali ed è previsto l’esclusivo impiego di gameti provenienti dalla coppia stessa.
I quattro referendum recentemente proposti mirano a modificare la legge in punti fondamentali. A differenza di quanto generalmente si afferma, questa legge non può essere definita una legge cattolica. Il Magistero cattolico si è pronunciato contro la legittimità morale di ogni tecnica di procreazione extracorporea, omologa ed eterologa, mentre questa legge avalla la prassi della fecondazione in vitro.
Con la fecondazione artificiale non si applica una terapia, né si ripristina una funzione fisiologica, ma si sostituisce una parte del processo riproduttivo.
Una volta accettato questo fatto, avviene però un altro cambiamento rilevante: il generato è sottoponibile a selezione e a eventuale manipolazione, si trova collocato in un ambiente “sociale” (il laboratorio) e la sua custodia e cura vengono delegate a persone differenti rispetto alla madre. (AP) (23/2/2005 Agenzia Fides; Righe:24; Parole:245)


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