ASIA/KAZAKHSTAN - Petizione per il rilascio di un Pastore cristiano imprigionato per accuse infondate

sabato, 13 luglio 2013

Astana (Agenzia Fides) – Rilascio immediato e incondizionato del Pastore cristiano protestante Bakhytzhan Kashkumbayev, messo in carcere in Kazakhstan due mesi fa in base ad accuse inventate: è quanto chiede la petizione internazionale lanciata dall’Ong “International Christian Concern” (ICC), organizzazione con sede a Washington (USA) impegnata per la protezione dei cristiani e per la difesa della libertà religiosa nel mondo.
Il Pastore, a capo di una comunità denominata “Grace Church” ad Astana, capitale del Kazakhstan, è stato arrestato il 17 maggio sulla base di accuse infondate: secondo la polizia avrebbe attentato alla salute dei membri della sua comunità mettendo droghe e allucinogeni nel vino usato per la Comunione. Come riferisca a Fides una nota inviata dall’organizzazione “Forum18” – che monitora la situazione della libertà religiosa in paese dell’Europa orientale e Asia centrale – il Pastore è stato posto in custodia cautelare per due mesi e si trova in una cella di “isolamento temporaneo” in attesa di processo.
Definendo le accuse a suo carico “infondate e perfino ridicole”, ICC ha lanciato la petizione, inviata all’Agenzia Fides, chiedendo il rilascio immediato del Pastore, che sta subendo una “ingiusta detenzione”. La petizione sarà inviata alle autorità del governo kazako e anche al Segretario di stato americano John Kerry, con l’esplicita richiesta di un intervento diplomatico degli Usa.
Già a ottobre 2012 la polizia aveva fatto irruzione nella “Grace Church”, arrestando alcuni membri delal comunità per un interrogatorio e e lanciando forti accuse al Pastore Kashkumbayev. Secondo ICC, le accuse erano semplicemente un pretesto per intimidire la comunità.
In Kazakistan – spiega Forum18 – le minoranze religiose, tra cui i cristiani, affrontano dure restrizioni sulle loro attività, e subiscono spesso forti multe e anche il carcere. Un motivo in più di preoccupazione è costituito dal fatto che abusi sui prigionieri, soprattutto se in carcere per motivi religiosi, sono comuni in Kazakhstan. (PA) (Agenzia Fides 13/7/2013)


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