AFRICA/CONGO RD - “Basta due pesi e due misure nella crisi nei Grandi Laghi”

sabato, 15 giugno 2013

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Il popolo congolese non riesce a capire con quale magia chi è alla base del conflitto ed è la causa principale della sua sofferenza possa, nello stesso tempo, essere portatore di pace. Il popolo congolese ha l’impressione che lo si voglia convincere a tutti i costi che il loro carnefice può essere anche il loro salvatore e liberatore. Impossibile!” afferma una nota inviata all’Agenzia Fides dalla "Rete Pace per il Congo", commentando alcune recenti dichiarazioni di personalità della comunità internazionale sulla crisi nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
“Quando, a Kinshasa, Ban Ki-moon chiede al presidente Kabila di riprendere le negoziazioni con l’M23 a Kampala, sembra dimenticare che, come i precedenti movimenti cosiddetti ribelli (AFDL, RCD, CNDP), anche l’M23 è appoggiato, in uomini, armi e munizioni, da alcuni Paesi limitrofi, il Rwanda e l’Uganda” afferma la nota. “Il pretesto è quello di garantire la sicurezza delle loro frontiere di fronte alla “minaccia” proveniente dalle loro rispettive ribellioni fuggite in territorio congolese, le Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDLR) e l’ADF-Nalu”.
“Sarebbe stato logico che, per risolvere il problema congolese nella sua globalità, Ban Ki-moon chiedesse anche al Rwanda e all’Uganda di incominciare a negoziare con le loro rispettive ribellioni, ma non ha detto una parola in merito” continua la nota.
Lo sconcerto della popolazione congolese deriva dal fatto che la Comunità Internazionale chiede alla RDC ciò che non osa chiedere al Rwanda e all’Uganda. Il popolo congolese non sopporta più questa strategia dei due pesi e due misure. Solo il presidente tanzaniano, Jakaya Kikwete, ha osato proporre, suscitando un vespaio, l’organizzazione di un dialogo inter-rwandese e di un dialogo inter-ugandese che possano permettere accordi che consentano ai vari gruppi armati stranieri presenti nell’est della RDC di ritornare, disarmati, nei loro rispettivi Paesi. Sarebbe una via possibile per riportare la pace nell’est della RDC e nell’intera Regione dei Grandi Laghi” conclude la nota. (L.M.) (Agenzia Fides 15/6/2013)


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