ASIA/PAKISTAN - I Vescovi al governo: no alla discriminazione religiosa nei testi scolastici

mercoledì, 29 maggio 2013

Islamabad (Agenzia Fides) – L’istruzione e la formazione della mentalità dei giovani sono uno dei punti fondamentali sui cui intervenire per cambiare il Pakistan, per ridurre l’intolleranza religiosa e per promuovere armonia e pace nella società. Partendo da questo assunto, la Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale presenta al nuovo Premier, Nawaz Sharif – uscito vincitore dalle recenti elezioni generali e ora impegnato nella formazione di un nuovo governo – il tema scottante della discriminazione religiosa contenuta nei testi scolastici e insegnata sui banchi di scuola. In una nota inviata a Fides, la Commissione segnala, inoltre, che gli studenti non musulmani, iscritti alla scuola pubblica, sono di fatto costretti a seguire gli studi islamici e questa è una violazione dei loro diritti inalienabili.
Secondo uno studio pubblicato dalla Commissione “Giustizia a Pace”, e inviato all’Agenzia Fides, 55 capitoli in 22 libri di testo utilizzati nel Sindh e Punjab contengono affermazioni errate, offensive e discriminatorie nei confronti delle minoranze religiose, I libri di testo sono stati utilizzati dalle scuole elementari fino alle superiori.
Nella nota inviata a Fides da Peter Jacob, direttore esecutivo della Commissione, si afferma paradossalmente che il dilemma è fra “istruire o diffonder odio”, dato che i testi riportano fatti storici distorti e creano nei ragazzi un pregiudizio di fondo e alimentano l’intolleranza verso le minoranze religiose. Secondo Jacob, “tale approccio è visibilmente discriminatorio nei confronti dei cittadini non musulmani del Pakistan e viola gli articoli 18, 20, 22 e 25 della Costituzione”. La Commissione nota che le affermazioni discriminatorie sono aumentate negli anni: nel 2009, i casi segnalati nei testi erano 45, mentre il numero è salito a 122 nel 2013.
I partiti politici e le istituzioni, nota Jacob, sono chiamati a intervenire, dato che la questione tocca la sfera dei diritti umani, la libertà religiosa e il sistema di istruzione. La Commissione suggerisce al nuovo governo di rivedere le politiche dell’istruzione e chiede interventi per rimuovere “lezioni discriminatorie nei confronti delle minoranze”. Per fare questo si potrebbe costituire una Commissione indipendente di studiosi e storici. Inoltre si chiede che gli studenti non musulmani non debbano seguirei lezioni di studi islamici ma possano studiare le loro rispettive religioni o studi alternativi. (PA) (Agenzia Fides 29/5/2013)


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