AFRICA/UGANDA - Di fronte alle violenze nei confronti delle studentesse nel Nord Uganda i missionari costruiscono un ostello per le liceali

mercoledì, 16 febbraio 2005

Gulu (Agenzia Fides)- “Sono qui con gli operai, stiamo costruendo un ostello per le ragazze”. Giunge forte e chiara nella redazione dell’Agenzia Fides la voce di un missionario che opera nel nord dell’Uganda, la regione più dimenticata del paese dove buona parte della popolazione vive in campi profughi, a causa degli attacchi contro i civili perpetrati dai guerriglieri dell’Esercito di Resistenza del Signore (LRA).
“Con l’ostello vogliamo creare un luogo protetto per le ragazze che studiano al liceo. Purtroppo finché perdura l’instabilità, i più giovani, e soprattutto le fanciulle, sono minacciate da violenze… è ben difficile che una ragazza termini il liceo senza rimanere incinta” spiega il missionario, che descrive così lo stato dell’educazione nella regione: “Le scuole sono fatiscenti, vi sono pochi insegnanti e scarseggia il materiale didattico. Noi missionari offriamo sostegno alle famiglie pagando le rette a 300 ragazzi e ragazze che studiano al liceo. L’Associazione di Volontariato per lo Sviluppo Internazionale (AVSI) fornisce materiale didattico. Siamo inoltre impegnati con altri gruppi, in spirito ecumenico, a sostenere in ogni modo gli studenti di questa regione dell’Uganda”.
Sulla situazione generale dell’area, il missionario afferma: “Per quel che concerne sicurezza, vi sono stati senza dubbio dei miglioramenti, le imboscate si sono infatti ridotte e la gente si sente un po’ più sicura. Sul piano sociale però, la maggior parte della popolazione vive ancora nei campi profughi, dipendendo dall’aiuto internazionale. Siamo ormai entrati nella stagione della semina, e speriamo che la maggior sicurezza incoraggi i contadini a tornare nei terreni a seminare. È triste vedere un intero popolo dipendere dall’aiuto internazionale quando vi sono le condizioni per l’autosufficienza: la terra è fertile e alcune organizzazioni umanitarie stanno distribuendo sementi”.
Nei giorni scorsi si erano diffuse notizie secondo le quali l’esercito ugandese avrebbe reclutato bambini nelle proprie fila per combattere la guerriglia. “Direi che queste notizie sono infondate” afferma il missionario. “Potrebbe esservi stato qualche caso, ma non mi sembra che vi sia un reclutamento sistematico di bambini nelle fila dell’esercito regolare, come invece fanno da anni in guerriglieri”. “È vero comunque che esiste un vasto programma di reclutamento di cosiddetti guardiani dei villaggi” prosegue il missionario. “Si tratta di milizie locali sponsorizzate dai militari, con il compito di proteggere il proprio villaggio dagli attacchi della guerriglia. La cosa che lascia perplessi è che, dopo un certo tempo, gli uomini della milizia vengono inglobati nell’esercito regolare e si reclutano nuovi uomini per la guardia del villaggio. Perché allora questo massiccio reclutamento, se vi sono trattative di pace in corso?” si chiede il missionario che nota: “tra le reclute vi sono purtroppo anche criminali, persino evasi dalle prigioni. Si capisce allora che non sempre i soldati si comportano in modo corretto nei confronti della popolazione civile”.
Da mesi è in corso una trattativa da parte dell’ex ministro Betty Bigombe per giungere a una soluzione politica alla guerra che insanguina il nord Uganda da quasi 20 anni. Per favorire la trattativa, il governo aveva stabilito il cessato il fuoco in una piccola area. Il cessate il fuoco è scaduto alla fine dell’anno, ma il Presidente ugandese Museveni ha deciso di prolungarne la validità (vedi Fides 4 febbraio 2005). (L.M.) (Agenzia Fides 16/2/2005 righe 44 parole 551)


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