AFRICA/CONGO RD - “Ci vuole maggiore impegno da parte delle forze politiche per preparare le elezioni” dice a Fides un missionario dall’est del Congo

mercoledì, 2 febbraio 2005

Bukavu (Agenzia Fides)-“Gli Stati Uniti si impegnano in prima persona nei negoziati per il Congo? È una notizia positiva perché finché perdura l’instabilità nell’est del Congo, non saremo in grado di risolvere i gravi problemi sociali che attraversa il paese”. Così commenta all’Agenzia Fides da Bukavu ( capoluogo del Sud Kivu est della Repubblica Democratica del Congo - RDC) un missionario che desidera non essere citato per nome per motivi di sicurezza, la conferenza per il Congo convocata dal governo degli Stati Uniti. La riunione si è aperta oggi mercoledì 2 febbraio a Washington e vede la partecipazione di rappresentati di RDC, Uganda e Rwanda. Secondo un delegato congolese la riunione di oggi dovrebbe preparare un summit sotto l’egida del Presidente statunitense George W. Bush. Uganda e Rwanda sono accusati da un recente rapporto delle Nazioni Unite di continuare a sostenere i gruppi armati che operano nell’est della RDC.
L’azione di questi gruppi continua a essere fonte di destabilizzazione e di forte preoccupazione per la popolazione civile, come confermano le fonti di Fides. “Si vedono piccoli miglioramenti, ma la situazione è ancora tutt’altro che stabilizzata. La scorsa settimana un gruppo di militari ribelli guidati da un certo Mabolongo, che qui tutti chiamano cent six, centosei in francese, si è scontrato con i militari della decima regione militare congolese dell’esercito regolare. Negli scontri vi sono stati 4 morti a Bukavu e 10 in altre località limitrofe” dice il missionario.
“Mabolongo è un ex militare seguace dei vari Mutebusi e Nkunda, i due capi della fronda militare che ha messo a soqquadro il Kivu nei giorni scorsi” afferma la fonte di Fides. La maggior parte dei militari ribelli sono banyamulenge, tutsi congolesi originari del Rwanda che da decenni vivono in questa parte del Congo e che hanno dato vita al RCD Goma (Unione Congolese per la Democrazia) il principale movimento di guerriglia congolese. L’RCD ha firmato un accordo di pace con il governo in base al quale i suoi uomini vengono integrati nell’esercito regolare congolese. Negli ultimi 6 mesi però diversi militari ex guerriglieri si sono ammutinati affermando che la loro etnia è minacciata di genocidio. “Alla base degli ultimi scontri, però non vi sono solo motivazioni etniche, ma anche economiche” afferma il missionario. “La paga dei militari è molto bassa, appena 4-5 dollari al mese. Questo determina una situazione insostenibile soprattutto per la popolazione civile. I militari infatti, anche quelli rimasti fedeli al governo centrale, compiono sistematici saccheggi nelle abitazioni dei civili”.
“Il problema salariale riguarda tutti i lavoratori statali” ricorda il missionario. “Sta esplodendo la questione degli stipendi degli insegnanti che sono pagati in parte dalle stesse famiglie”. La Chiesa cattolica ha chiesto allo Stato di farsi carico del pagamento degli stipendi degli insegnanti: mons. Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kisangani e Presidente della Conferenza Episcopale Congolese, ha infatti affermato che “lo Stato deve ormai riprendere in mano l’insegnamento affidato ai genitori da più di 10 anni”. “Gli insegnanti non ricevono lo stipendio dalla fine del 2004 e sono sul piede di guerra: se non si risolve la loro situazione incominceranno tra pochi giorni uno sciopero che rischia di compromettere gli esami e di mandare per le strade migliaia di ragazzi” afferma la fonte di Fides. “In pratica da 10 anni lo Stato ha lasciato in mano ai privati, genitori e istituzioni religiose e laiche, la gestione del sistema educativo. In questo lasso di tempo sono nate diverse scuole che sono ancora in attesa del riconoscimento statale” ricorda il missionario. “Di fronte a questi fatti appare molto più evoluta e responsabile la società civile rispetto alle forze politiche che dicono a parole di volere le elezioni, ma che di fatto stanno ostacolando il loro svolgimento. Infatti non si è ancora raggiunto un accordo sulla nuova legge elettorale, condizione indispensabile per stabilire la data delle elezioni” dice il missionario. “La Chiesa cattolica sta facendo di tutto per preparare la popolazione alle elezioni, istituendo appositi corsi e seminari di formazione: magari vi fosse lo stesso impegno da parte dei partiti politici” conclude il missionario. (L.M.) (Agenzia Fides 2/2/2005 righe 51 parole 700)


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