AFRICA/BURUNDI - Uccisione del governatore di Bubanza, nell’ovest del Burundi: delitto politico o banditismo?

lunedì, 24 gennaio 2005

Bujumbura (Agenzia Fides)- “Nel paese si aspettava un colpo dei ribelli, ammesso che siano stati loro a uccidere il governatore”. Così una fonte della Chiesa locale commenta all’Agenzia Fides l’assassinio di Isaïe Bigirimana, governatore della provincia di Bubanza, nell’ovest del Burundi.
Bigirimana è caduto vittima di un agguato a una ventina di chilometri dalla capitale Bujumbura, da dove stava rientrando nella sede di lavoro. Insieme al governatore è stata uccisa la sua guardia del corpo.
Le autorità hanno attribuito l’agguato alle Forze Nazionali di Liberazione (FNL), l’irriducibile gruppo di guerriglia hutu che non ha ancora firmato la pace con il governo, a differenza dell’altro gruppo le Forze per la Difesa della Democrazia (FDD) che sono invece entrate nel governo di unità nazionale. “L’FNL era da tempo che non compiva azioni di un certo rilievo e nel paese si era diffuso il timore di qualche atto grave da parte della guerriglia” affermano le fonti di Fides. “Se sono stati i guerriglieri si tratta certamente di un colpo grave al processo di pace. Comunque è strano che siano stati proprio loro, perché l’FNL sembrava disposto a trattare con il governo” dicono le fonti di Fides. Un portavoce del gruppo di guerriglia ha smentito di essere implicato nella morte del governatore di Bubanza. “Non siamo noi gli autori dell’assassinio di Isaïe Bigirimana, non avevamo alcun conflitto con lui” ha dichiarato all’Agence France Press Pasteur Habimana, portavoce dell’FNL,che ha accusato elementi del FDD di aver compiuto l’omicidio per “ sabotare gli sforzi in corso per avviare un negoziato con l’FNL”.
“La strada dove è avvenuta l’agguato è notoriamente pericolosa. Non si può escludere che il governatore sia caduto vittima di volgari banditi di strada. Dall’altronde è anche possibile che gli irriducibili dell’uno o dell’altro gruppo vogliono far saltare gli accordi di pace” concludono le nostre fonti.
Il Burundi sta attraversando una fase molto delicata. Il 31 ottobre 2004 è infatti finito il cosiddetto periodo di transizione che doveva preparare il paese alle elezioni che si terranno quest’anno.
Le attuali istituzioni sono definite “transitorie” perché Parlamento e Presidenza della Repubblica sono nati i in base agli accordi di Arusha (Tanzania) del 2000 che prevedono una condivisione del potere tra i partiti tutsi e hutu. Secondo le intese, nei primi 18 mesi di governo il presidente è un tutsi e il vicepresidente un hutu; nei successivi 18 mesi vi è stato un rovesciamento con un presidente hutu mentre il vicepresidente è un tutsi. Questo complesso schema serve per superare le diffidenze reciproche tra gruppi rivali divisi da anni di lotte.
Il nord-est del paese, inoltre, sta vivendo una situazione drammatica a causa di una forte carestia che mette a rischio la vita di mezzo milione di persone (vedi Fides 20 gennaio 2005). (L.M.) (Agenzia Fides 24/1/2005 righe 39 parole 475)


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