EUROPA/ITALIA - L’hanno ammazzata sulla strada a 21 anni, la schiava che si era ribellata. L’amarezza dell’Associazione Papa Giovanni XXIII che ne aveva tentato la liberazione. Giovedì prossimo la veglia di preghiera.

venerdì, 14 gennaio 2005

Roma (Agenzia Fides) - Giovedì 20 gennaio 2005 alle ore 21.00 a Marinella Sarzana, l’Associazione Papa Giovanni XXIII organizza una veglia di preghiera in seguito all’uccisione di Lauretta Kikia, ragazza albanese di 21 anni.
Lauretta, giunta in Italia nel luglio del 2002, era stata portata dalla malavita albanese quale schiava del sesso sulle strade di Carrara. Dopo una settimana di permanenza a Carrara aveva avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini alla Polizia della città toscana. La Polizia aveva prontamente segnalato la ragazza all’Associazione di don Benzi che l’aveva accolta subito in una delle sue case-famiglia. In sette mesi di permanenza nella casa del signor Roberto Gerali di Carrara, Lauretta aveva imparato l’italiano, aveva ottenuto il permesso di soggiorno ed aveva anche cominciato a lavorare. Da subito aveva legato con i figli del signor Gerali e spesso diceva che il suo sogno era di avere una famiglia numerosa. A febbraio del 2003 volle a tutti i costi tornare in Albania. Don Benzi e i responsabili dell’Associazione avevano sconsigliato vivamente a Lauretta il ritorno a casa ma la voglia di rivedere i suoi era stata più forte di tutto. In Albania purtroppo Lauretta venne rinserita nel giro della prostituzione e a giungo 2004 rimandata sulla strada in Italia, a Marinella di Sarzana. Tre giorni fa Lauretta è stata trovata massacrata sul ciglio di una strada di Marinella, per motivi ancora ignoti.
È possibile, ci chiediamo, che una ragazza di 21 anni possa essere assoldata per ben due volte dai mercenari del sesso ed essere addirittura uccisa, senza che nessuno riesca in Italia ad impedirlo?
L’Associazione di don Benzi opera da anni per la liberazione della schiave del sesso. Sono oltre 50.000 le ragazze costrette a prostituirsi lungo le strade italiane, nei night, privè, alberghi e appartamenti. Questo orrore si consuma nell’indifferenza di chi “fabbrica le croci per i più indifesi” e nel disinteresse di chi pur potendo salvare le schiave, le mantiene invece tali.
Dal 1998 Rimini e la provincia sono state definitivamente e totalmente liberate. L’auspicio è che l’esempio riminese possa essere ripreso in tutto il territorio italiano. Le prostitute sono tutte schiave, nessuna si trova sulla strada per una sua scelta libera. Se a Rimini in poco tempo le istituzioni locali sono riuscite a eliminare una piaga che da anni imperversava lungo il litoraneo della città, perché la stessa operazione non può essere ripetuta in tutto il Paese?
L’Agenzia Fides è vicina al lavoro di don Oreste Benzi, della sua Associazione e di tutte le associazioni impegnate su questo fronte e non mancherà di denunciare anche attraverso approfonditi dossier ogni schiavitù che macchia di orrore e dolore la vita di milioni di innocenti non solo in Italia ma in tutto il mondo.
(Agenzia Fides 14/01/2005 - Righe 33; Parole 450)


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