ASIA/INDONESIA - Per gli aiuti alle vittime dello tsunami, la Chiesa attiva con la sua rete di volontari, in collaborazione con associazioni civili e di altre religioni

martedì, 28 dicembre 2004

Giacarta (Agenzia Fides) - Sono oltre 5.000 le vittime accertate, ma il bilancio potrebbero salire, secondo le autorità locali, fino a 25.000: è la situazione dell’Indonesia, colpita soprattutto nella grande isola di Sumatra dallo tsunami che domenica scorsa ha interessato il Sudest asiatico. La Chiesa indonesiana si è subito attivata per gli aiuti: alla nunziatura di Giacarta ferve l’iniziativa e tutto il personale è mobilitato. Il Nunzio, Mons. Albert Malcolm Ranjit, è in contatto con i Vescovi delle diocesi interessate dal disastro, soprattutto nell’isola di Sumatra, e sta cercando di coordinare gli aiuti a livello nazionale e internazionale. Tutto il personale cattolico, volontari, catechisti, fedeli, ha dato disponibilità per aiutare le vittime del maremoto e accogliere gli sfollati.
Le Caritas locali, insieme con altre organizzazioni civili, anche con associazioni di altre religioni, specialmente musulmane, hanno messo in moto tutte le loro risorse e stanno cercando di coordinare gli sforzi, mentre si attendono i primi aiuti internazionali da Onu, Unione Europea, Croce Rossa.
Il paese è stato l’epicentro del sisma localizzato al largo dell'isola indonesiana di Sumatra. La scossa di 9 gradi sulla scala Richter, la più forte degli ultimi 40 anni, ha innescato una serie di devastanti maremoti. Decine di edifici sono stati rasi al suolo. Onde gigantesche si sono poi abbattute sulle province di Aceh e di Nord Sumatra, le più colpite. E' in atto una lotta contro il tempo per raccogliere i cadaveri sparsi ovunque e scongiurare il pericolo di epidemie.
Grande amarezza è stata espressa dal premier indonesiano Susilo Bambang Yudoyhono, che ha mandato un messaggio alla popolazione assicurando che il governo farà tutti gli sforzi possibili per affrontare le conseguenze della tragedia.
La provincia di Aceh, nel nord Sumatra, era già interessata da un conflitto civile fra i ribelli secessionisti e l’esercito governativo, che da oltre un anno sta compiendo azioni militari nella regione. La popolazione già soffriva per le conseguenze del conflitto: il maremoto è giunto a rendere ancora più difficile la vita per la gente che a stento riusciva a sopravvivere.
(PA) (Agenzia Fides 28/12/2004 righe 27 parole 279)


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