AFRICA/SUDAN - Si intensifica l’azione internazionale per salvare oltre 1 milione e mezzo di sfollati del Darfur

venerdì, 22 ottobre 2004

Khartoum (Agenzia Fides)- L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha annunciato che intensificherà le proprie operazioni nella dilaniata regione sudanese del Darfur occidentale, nell'ambito di uno sforzo congiunto delle Nazioni Unite al fine di provvedere alla protezione e all'assistenza di centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati.
Secondo un comunicato inviato all’Agenzia Fides, “Su autorizzazione del Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, l’Alto Commissario per i Rifugiati Ruud Lubbers ha espresso la disponibilità dell'UNHCR a lavorare a stretto contatto con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UNHCHR) e con l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) per garantire una più efficace presenza internazionale nel Darfur occidentale e per preparare l'eventuale rimpatrio volontario dei rifugiati e il ritorno degli sfollati nelle proprie aree d'origine”.
Sono circa 500mila gli sfollati nel Darfur occidentale, uno dei tre stati che formano la regione del Darfur, nel Sudan occidentale. Complessivamente si stima che nei tre stati vi siano circa 1 milione e mezzo di sfollati. Molti degli sfollati che si trovano nel Darfur occidentale hanno detto di essere intenzionati a fuggire nel vicino Ciad se non riceveranno l'aiuto e la protezione di cui necessitano. Quasi 200mila rifugiati sudanesi provenienti soprattutto dal Darfur occidentale - hanno già cercato riparo oltre il confine con il Ciad, dove sono ospitati in 11 campi gestiti dall'UNHCR e da agenzie partner. La loro presenza ha posto una forte pressione sul Ciad e ha portato ad una crescente ostilità fra la popolazione locale e gli stessi rifugiati. A rendere ancora più complessa la situazione nel Darfur occidentale è la presenza di oltre 3mila rifugiati ciadiani, per i quali l'UNHCR è impegnato a trovare una soluzione.
Secondo Lubbers, l'attuale crisi di sfollati e rifugiati nell'area di frontiera tra Sudan e Ciad è estremamente complessa e richiede un approccio coordinato da entrambi i lati del confine, nel tentativo di stabilizzare la situazione.
“Il Ciad sta già compiendo un notevole sforzo per far fronte all'enorme afflusso di rifugiati dal Darfur e si sta preparando anche a possibili nuovi arrivi se, dal lato sudanese del confine, la violenza e la conseguente crisi umanitaria non saranno ricondotte sotto controllo” ha aggiunto l'Alto
Commissario. “Alcune migliaia, tra le centinaia di migliaia di sfollati che si trovano nel Darfur occidentale, erano già fuggite in Ciad ma sono rientrate in Darfur nella speranza di poter tornare nelle proprie abitazioni. Finora, tuttavia, essi non sono potuti ritornare nei propri villaggi d'origine e potrebbero ancora una volta attraversare la frontiera in cerca di aiuto. Al momento quindi l'Agenzia ONU per i rifugiati sta assistendo una popolazione composita, che comprende rifugiati, sfollati interni, rifugiati rimpatriati, che spesso provengono dalle stesse aree del Darfur occidentale e che necessitano di soluzioni simili. Questa è la ragione per cui riteniamo che l'UNHCR, in base al proprio mandato di trovare soluzioni per i rifugiati, possa svolgere le attività mirate alla protezione
di tutti questi gruppi di persone e al loro rimpatrio volontario in Darfur occidentale”.
L'UNHCR, che è operativo in Sudan da decenni, ha già stabilito una presenza in Darfur anche attraverso un ufficio nella città di El Geneina. Inoltre, team di operatori UNHCR sono già impegnati in missioni lungo la frontiera, con i compiti di visitare la aree dove si trovano gli sfollati, di compilare una mappatura e di valutare le condizioni dei villaggi abbandonati o distrutti. Lubbers ha affermato che una maggiore presenza dell'Agenzia può contribuire ad accrescere i livelli di protezione e di sicurezza e quindi allentare la pressione sugli sfollati a fuggire in Ciad. (L.M.) (Agenzia Fides 22/10/2004 righe 47 parole 615)


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