AMERICA/ECUADOR - Scontri fra indios e sfruttamento della terra: per i Vescovi è “un conflitto figlio dell’indifferenza”

sabato, 27 aprile 2013

Pastaza (Agenzia Fides) – Scontri e massacri fra diverse tribù di indios, inseriti nella questione, più ampia e complessa, dello sfruttamento dei terreni dell’Amazzonia: sono le tensioni registrate nelle ultime settimane nell’Est dell’Ecuador, nella foresta amazzonica, che hanno generato la forte preoccupazione di Mons. Jesus Esteban Sadaba, Vescovo del Vicariato di Aguarico. Come appreso da Fides, a conclusione del recente incontro della Rete Ecclesiale Amazzonica, il Vescovo ha lanciato allarme: le autorità della zona “non hanno fatto nulla per chiarire i fatti che riguardano la comunità di Yarentano”, dove sono stati massacrati 20 indigeni della etnia Taromenane. Il Vescovo ha detto: “Come è possibile che soltanto ieri (24 aprile) la Procura ha aperto un’indagine su questo caso che si è verificato più di un mese fa e dove sono state perfino rapite due ragazze?”, paventando il rischio che il conflitto si allarghi, con conseguenze più gravi.
Secondo informazioni pervenute a Fides, il massacro dei Taromenane è una vendetta per l’omicidio di una coppia della popolazione di Yarentano. La situazione, molto complessa, è generata dal processo di industrializzazione di una parte dell’Amazzonia, dove vivono gruppi indigeni definiti “popoli occulti”.
Lo sfruttamento dell’Amazzonia ecuadoriana e la colonizzazione accelerata di territori incontaminati hanno indotto le popolazioni indigene a spostamenti forzati, a causa della trasformazione del loro habitat e della diminuzione delle fonti di sopravvivenza Tra i Waori da un lato e i Tagaeri e i Taromenane dall’altro si è scavato un fossato profondo. I primi infatti sono entrati in contatto con il mondo esterno e in molti lavorano nelle stesse compagnie petrolifere e minerarie. Gli altri due gruppi hanno invece rifiutato ogni tipo di relazione con l’esterno e vivono in una zona impenetrabile della foresta amazzonica, nel Parco Nazionale Yasuní.
Secondo il presidente della Federazione nazionale degli indigeni dell’Ecuador (CONAIE), Humberto Cholango, “i tragici fatti di cronaca sono il risultato di un problema strutturale. Il modello di sviluppo seguito da parte dello Ecuador ha acuito la pressione sulla vita dei popoli indigene. Le pressioni sui territori indigeni hanno provocato conflitti tra i Waori e le tribù dei Tagaeri e Taromenane”.
Il missionari della Chiesa cattolica propongono itinerari di educazione ed evangelizzazione dei villaggi e insegnano a rispettare la diversità di culture e gruppi indigeni che abitano in quelle zone.
(CE) (Agenzia Fides, 27/04/2013)


Condividi: