AMERICA/VENEZUELA - La chiesa si offre come garante di pace dinanzi alla violenza del paese

giovedì, 18 aprile 2013

Caracas (Agenzia Fides) – “Esortiamo i leader politici e sociali a non usare un linguaggio offensivo, denigratorio e infiammatorio. Al fine di evitare scontri per le strade che spesso si traducono in violenza e talvolta nella morte di persone. Come cristiani siamo tenuti a stare dalla parte dei più deboli, dobbiamo perdonare e lottare per fare prevalere l'unione sulla divisione, l'amore sull'odio, la pace sulla violenza” afferma un comunicato inviato a Fides dalla Conferenza Episcopale del Venezuela, dove rimane alta la tensione dopo i violenti scontri post elettorali, che hanno provocato almeno 7 morti mentre la polizia ha effettuato diversi arresti. I Vescovi si propongono come garanti per facilitare il dialogo politico.
Ieri, mercoledì 17 aprile, Henrique Capriles ha deciso di rinunciare alla manifestazione a Caracas, dopo che il presidente eletto Nicolás Maduro ha annunciato l’intenzione di vietarla. Lo scopo era raggiungere la sede del CNE (Consiglio nazionale elettorale), per consegnare ai responsabili la richiesta di una verifica del risultato delle elezioni presidenziali.
Capriles ha detto alla stampa che “l’unica cosa che chiediamo è il controllo sui risultati del voto. Se non credono nella democrazia, possono pure dire che si sta facendo un colpo di Stato” ha aggiunto alludendo a Maduro. La tensione politica dopo le presidenziali ha raggiunto anche il Parlamento venezuelano, dove un deputato del partito Azione democratica (all’opposizione), Williams Davila, ha denunciato di essere stato aggredito mentre il presidente dell’Assemblea, Diosdado Cabello, ha annunciato che non darà la parola a nessun deputato che non abbia riconosciuto la vittoria nelle elezioni presidenziali di Nicolás Maduro.
(CE) (Agenzia Fides, 18/04/2013)


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