AFRICA/MALAWI - Il 20% benestante della popolazione rimane muto di fronte alle sofferenze dell’80% indigente”

lunedì, 25 febbraio 2013

Lilongwe (Agenzia Fides)- I Vescovi del Malawi si dicono grati per la soluzione al grave braccio di ferro che ha opposto per due settimane il governo ai funzionari pubblici che chiedevano un aumento salariale del 67%. La protesta ha creato forti disagi sociali. Le autorità hanno concesso un aumento salariale del 61% per i salari più bassi e del 5% per quelli più alti.
In una dichiarazione inviata all’Agenzia Fides dalla Commissione Episcopale Giustizia e Pace, la Chiesa cattolica del Malawi nel ricostruire l’origine della crisi sindacale, prende posizione sulla crisi economica che affligge da tempo il Paese. Nel documento si nota che la decisione di svalutare e di rendere fluttuante la moneta locale (Kwanza) e di agganciare il prezzo locale dei carburanti a quello del mercato internazionale hanno peggiorato le condizioni economiche della popolazione.
Vengono inoltre criticate alcune scelte economiche del governo come quella di privilegiare alcuni investimenti a scapito di altri. Queste misure economiche sottolinea “Giustizia e Pace” hanno creato una grave frattura sociale. “Nel Malawi si sta radicando una forma di società dei due terzi dove l’80% della popolazione lotta per la sopravvivenza e dipende da un servizio pubblico privo di risorse e messo a duro prova; mentre il restante 20% può offrirsi servizi privati nel settore educativo, sanitario e della sicurezza” afferma il documento. “Questo 20% della popolazione costituisce una sezione passiva e irresponsabile della cittadinanza che è muta di fronte alle gravi condizione di vita e alle sofferenze della maggioranza povera”. (L.M.) (Agenzia Fides 25/2/2013)


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