EUROPA/SVIZZERA - La mutilazione genitale femminile è una violenza contro i diritti umani

venerdì, 8 febbraio 2013

Ginevra (Agenzia Fides) - E’ stata appena celebrata la Giornata Mondiale contro la mutilazione genitale femminile (MGF). Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), almeno 140 milioni di donne adulte e ragazze con meno di 15 anni di età hanno subito questa atroce procedura in 29 nazioni di Africa e Medio Oriente, si tratta del 36% delle bambine e del 53% delle donne di età tra 45 e 49 anni. A livello internazionale, la MGF è considerata una violazione dei diritti umani per la salute, la sicurezza e l’integrità fisica, oltre che una tortura crudele, inumana e degradante, e una forma estrema di discriminazione delle donne e dei bambini. Nel 2008 il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e l’Unicef hanno avviato un programma con l’obiettivo di eliminare questa pratica, al quale hanno aderito circa 10 mila comunità di 15 paesi. Nel mese di dicembre 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione per incrementare le attività per l’eliminazione della MGF. Sempre nel 2012, oltre 1700 comunità africane si sono pubblicamente impegnate all’eradicazione del fenomeno che, secondo i dati Unicef, negli ultimi anni è diminuito. Tuttavia rimangono a rischio 30 milioni di minori di 15 anni di età. Vista la delicatezza del tema non è possibile fare un calcolo delle vittime mortali, ma gli esperti segnalano che molte giovani muoiono dissanguate o a causa di infezioni nel corso delle settimane successive alla pratica. Quelle che sopravvivono sono soggette a ciclo mestruale doloroso, malattie pelviche infiammatorie, ascessi e cisti, infezioni del tratto urinario e una perdita quasi totale della sensibilità. Alcune diventano sterili. (AP) (8/2/2013 Agenzia Fides)


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