VATICANO - Il Papa all’Angelus ricorda che “ciascuno deve fare dei propri beni un uso non egoistico ma solidale”: giustizia e sviluppo solidale sono “la via che può garantire al mondo un futuro di pace”

lunedì, 27 settembre 2004

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Prima di recitare l’Angelus con i fedeli riuniti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha introdotto la preghiera mariana richiamando il Vangelo della Domenica: la parabola del "ricco epulone" e del povero Lazzaro (cfr Lc 16,19-31). Il ricco vive nel lusso incurante del mendicante affamato alla sua porta. Ma, dopo la morte, Lazzaro è accolto in paradiso, mentre il ricco finisce nei tormenti. “L’insegnamento che si ricava dalla parabola è chiaro: ciascuno deve fare dei propri beni un uso non egoistico ma solidale” ha spiegato il Santo Padre. “Questa celebre pagina evangelica è quanto mai appropriata in riferimento al problema dello squilibrio tra ricchezza e povertà nel mondo di oggi.” Il Papa ha ricordato il recente Incontro di Capi di Stato e di Governo tenutosi a New York, contro la fame e la povertà, a cui è intervenuto anche il Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, portando l’adesione della Santa Sede a tale nuova iniziativa.
“La Chiesa Cattolica assicura tutto il suo impegno per sradicare dal mondo il flagello della fame e le altre conseguenze della miseria£ ha proseguito Giovanni Paolo II, citando la riunione di tutti i Nunzi Apostolici in Africa, che si è svolta nei giorni orsi in Vaticano. Il Papa ha quindi concluso il suo discorso invitando a pregare “il Signore affinché sostenga gli sforzi della comunità internazionale in ordine alla giustizia e allo sviluppo solidale. Questa, infatti, è la via che può garantire al mondo un futuro di pace.” A Maria il Papa ha affidato “le famiglie e i popoli più provati dall’iniqua distribuzione dei beni che Dio destina a tutti i suoi figli”. (S.L.) (Agenzia Fides 27/9/2004 - Righe 18; Parole 282)


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