AFRICA/MALI - Il Giappone chiude la propria ambasciata a Bamako, ma non risultano minacce specifiche contro gli stranieri

mercoledì, 23 gennaio 2013

Bamako (Agenzia Fides) - “La chiusura dell’Ambasciata del Giappone a Bamako è una misura preventiva tenendo conto dell’attacco terroristico in Algeria nel corso del quale diversi cittadini giapponesi hanno perso la vita, ma a nostra conoscenza non ci sono minacce specifiche contro cittadini stranieri nella capitale” dice all’Agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Mali, commentando la decisione annunciata oggi dal governo di Tokyo di chiudere la propria ambasciata a Bamako.
Nel frattempo proseguono le operazioni militari francesi contro i gruppi jihadisti che occupano il nord del Mali. Ieri l’aviazione di Parigi ha colpito alcuni siti dei guerriglieri a Tombouctou.
Sulla stampa internazionale si afferma che sono state commesse violenze contro cittadini di origine touareg nelle città riconquistate dall’esercito maliano. “Nei media locali non ho visto riportate notizie del genere. Il Capo di Stato Maggiore delle forze armate maliane ha però affermato che queste informazioni non sono ancora state verificate ed ha promesso che, se queste venissero accertate, i responsabili verranno puniti” dice don Dembele. “Le autorità in ogni caso stanno lanciando appelli perché militari e civili evitino di confondere le popolazioni del nord (come i Tuareg) con gli appartenenti ai gruppi di guerriglia”.
Dopo la cattura delle città del nord nel marzo 2012 da parte dei jihadisti, nel sud del Mali sono state create diverse milizie formata da civili. “Queste milizie, due in particolare, hanno reclutato giovani e li hanno addestrati alla guerra, ma dalle mie informazioni risulta che non sono impegnate nei combattimenti di questi giorni” spiega don Dembele. “Dall’altro canto, le autorità non le hanno autorizzate ad agire in maniera aperta e ufficiale” conclude il sacerdote. (L.M.) (Agenzia Fides 23/1/2013)


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