AFRICA/CIAD - Mons. Russo può ritornare in Ciad a guidare la diocesi di Doba

mercoledì, 2 gennaio 2013

N’Djamena (Agenzia Fides) - Sua Ecc. Mons. Michele Russo, Vescovo di Doba, può ritornare in Ciad e riprendere il ministero apostolico nella sua diocesi. Lo annuncia un comunicato del Ministero della Comunicazione del Ciad, confermando la notizia che già circolava in precedenza in diversi ambienti. Al Vescovo, missionario comboniano in Ciad da quasi trent’anni, era stato intimato di lasciare il Paese nello scorso ottobre (vedi Fides 13/10/2012). Il motivo della sua espulsione risalirebbe alle critiche espresse sulla gestione dei proventi petroliferi. da lui pronunciate attraverso la radio diocesana “La Voix du paysan”, prima radio libera del paese centrafricano, che Mons. Russo ha affidato dal 2010 ai Francescani dell’Immacolata, sotto la direzione del beninese p. Clement M. Bonou. Per il governo ciadiano le critiche sarebbero state pronunciate dal Vescovo nel corso di un’omelia tradotta in lingua gambay e radiotrasmessa dall’emittente. La stessa emittente, una delle poche che si preoccupa dello sviluppo integrale della popolazione, è stata per questo sospesa dall’Alto Consiglio per la Comunicazione.
“E’ un equivoco nato dalla traduzione della mia omelia - aveva dichiarato Mons. Russo a p. Alfonso Bruno, portavoce dei Francescani dell’Immacolata, coinvolti di riflesso nella vicenda -. Il conduttore radio ha infarcito con espressioni idiomatiche della cultura locale una ben nota situazione di ingiustizia. Non era la prima volta che, con gli stessi termini, drammatizzati stavolta dalla maldestra traduzione, denunciavo lo stato di cose, spinto dal riferimento al Vangelo e sensibile alla dottrina della Chiesa e ai bisogni del gregge di anime affidatemi. Questo rivela, in ogni caso, una reale e preoccupante insofferenza della gente comune”.
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides da p. Bruno, i religiosi e il clero presenti a Doba hanno meritevolmente contribuito al mantenimento della calma e della fiduciosa attesa del Presule, malgrado un sentimento diffuso di forte indignazione. Questo atteggiamento smentisce di fatto il comunicato dell’Alto Consiglio per la Comunicazione del Ciad, il quale evidenziava che, nel trasmettere l’omelia, l’emittente radiofonica aveva voluto "attentare all’ordine pubblico di proposito". (L.M.) (Agenzia Fides 2/1/2013)


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