AFRICA/MALI - Forti divisioni tra i partiti politici di Bamako; contestata la trattativa con MNLA e Ansar al Dine

martedì, 27 novembre 2012

Bamako (Agenzia Fides) - Forti divisioni politiche a Bamako mentre il nord del Mali rimane sotto il controllo dei gruppi islamisti. Come riferisce all’Agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario della Conferenza Episcopale del Mali, le divisioni partitiche hanno costretto a posticipare la grande concertazione nazionale inizialmente prevista dal 26 al 28 novembre. L’incontro si terrà dall’11 al 13 dicembre.
“La concertazione - spiega a Fides don Dembele - vedrà la partecipazione dei delegati dei raggruppamenti partitici e dei rappresentanti della società civile per discutere sul proseguimento del periodo di transizione in vista delle nuove elezioni. I diversi attori politici non hanno però ancora raggiunto un’intesa sul contenuto di questo incontro, e in effetti alcuni partiti avevano deciso di non parteciparvi. Il Capo dello Stato ha così deciso di posticiparlo, nella speranza di trovare una soluzione consensuale”.
Anche la trattativa avviata da Burkina Faso (il cui Presidente è stato incaricato della mediazione nella crisi maliana dalla CEDEAO, la Comunità degli Stati dell’Africa occidentale) e Algeria con il Movimento di Liberazione dell’Azawad (MNLA) e con Ansar al Dine non ha l’unanimità tra le forze politiche di Bamako. Riferisce don Dembele: “Alcuni raggruppamenti di partiti e gruppi della società civile sono contrari al negoziato in particolare con l’MNLA perché affermano che questo movimento ha scatenato la guerra. Più in generale, chi è contro il negoziato afferma che non si può trattare con dei terroristi che hanno ucciso militari e civili maliani, che si tratti di appartenenti al laico MNLA o all’islamista Ansar al Dine”.
“D’altro canto - continua don Dembele - altri partiti, pur non negando che MNLA e Ansar al Dine abbiano danneggiato il Mali, riconoscono che si tratta di gruppi formati da maliani con i quali occorre trattare”. “Sul piano umanitario poi la situazione è peggiorata” afferma il Segretario della Conferenza Episcopale. “Nella regione di Mopti, alla frontiera tra il nord Mali occupato dai gruppi armati, e il sud, ogni settimana continuano ad arrivare sfollati in fuga. Solo in questa zona il loro numero ha raggiunto i 40-41.000. Queste persone si trovano in condizioni precarie in primo luogo per la scarsità di alimenti e di acqua potabile”.
“Gli abitanti del nord vivono sotto la pressione degli islamisti che applicano la Sharia in modo assillante a iniziare dagli abiti per gli uomini e dal velo per le donne. Queste imposizioni sono mal sopportate da buona parte della popolazione” conclude don Dembele. (L.M.) (Agenzia Fides 27/11/2012)


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