AFRICA/BURUNDI - L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati annuncia l’avvio del trasferimento di migliaia di profughi congolesi rifugiatisi in Burundi

lunedì, 20 settembre 2004

Bujumbura (Agenzia Fides)- Iniziano questa settimana le operazioni di trasferimento di migliaia di rifugiati congolesi dai centri di transito nella zona di confine in Burundi, verso località più sicure nell'interno del paese. Lo afferma l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) che in un comunicato pervenuto all’Agenzia Fides precisa che “il primo dei trasferimenti al nuovo campo di Giginha, nella provincia di Mwaro, a circa 50 km dalla capitale Bujumbura, è previsto per martedì prossimo (domani 21 settembre). I centri nell'area di confine verranno chiusi non appena tutti i rifugiati presenti saranno stati trasferiti”.
Già chiuso invece il centro di transito di Gatumba, che lo 13 scorso agosto è stato teatro di un atroce massacro in cui hanno perso la vita oltre 150 rifugiati. I rifugiati sopravvissuti che risiedevano a Gatumba, hanno trovato una sistemazione temporanea in scuole mentre altri si sono distribuiti in città e nelle aree circostanti, e verranno a breve assistiti nel trasferimento al campo di Giginha.
Per quanto riguarda gli altri due centri di transito, Rugombo e Kararuma, entrambi nella provincia nord-occidentale di Cibitoke, il primo è ormai quasi vuoto. Molti rifugiati hanno lasciato spontaneamente Rugombo. Molti di loro si sarebbero diretti verso la Repubblica Democratica del Congo (RDC). Tutti i rifugiati rimasti che desiderano essere trasferiti verranno sistemati nei nuovi siti nell'entroterra. Il centro di transito di Kararuma è invece ancora densamente popolato, con circa 6mila rifugiati congolesi che ritrovano nell'area. Anche a questi rifugiati verrà data la possibilità di
essere trasferiti.
Operatori dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le truppe della missione ONU in Burundi (ONUB) si recheranno sabato prossimo nel nuovo sito di Giginha per assicurarsi che siano state messe in atto tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza dei rifugiati che arriveranno la prossima settimana. Oltre al sito di Giginha, che ormai è pronto a ricevere almeno 6mila rifugiati, l'UNHCR sta collaborando con le agenzie partner per l'apertura di un altro nuovo campo a Giharo, nella provincia orientale di Rutana. Nel sito sono già in corso le operazioni di allestimento e si stanno organizzando servizi - alloggi, cibo, acqua, assistenza medica, istruzione - per diverse migliaia di rifugiati.
Un terzo campo, quello di Gasorwe, invece già ospitava 8mila rifugiati congolesi prima dell'afflusso dalla RDC dello scorso giugno, e potrà accoglierne degli altri. Dal 29 luglio scorso, vi sono già stati trasferiti 390 rifugiati congolesi su cinque convogli dalla zona di confine. L'ultimo di questi convogli, martedì scorso, ha trasportato a Gasorwe 130 rifugiati da Rugombo e 3 da Bujumbura.
La decisione di chiudere tutti i centri di transito situati al confine è stata presa dal governo del Burundi a seguito dell'attacco dello scorso agosto su Gatumba. Ai rifugiati sono state offerte tre opzioni: essere trasferiti in campi in zone più interne del paese, richiedere la residenza nelle località in cui già si trovano in Burundi o rientrare nella RDC qualora lo desiderino. Al momento tuttavia l'UNHCR non assiste i rifugiati congolesi nel rimpatrio, poiché la situazione nelle loro regioni di origine non garantisce un rimpatrio in condizioni di sicurezza. Un gran numero di congolesi ha comunque fatto ritorno nel proprio paese, anche se non è possibile fornire cifre esatte su questo flusso spontaneo, perché i rifugiati congolesi che decidono di rimpatriare non hanno l'obbligo di informare l'UNHCR e perché, per ragioni di sicurezza, gli operatori UNHCR non hanno potuto monitorare la zona di confine. (L.M.) (Agenzia Fides 20/9/2004 righe 47 parole 596)


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