AFRICA - Le sfide missionarie di due nuove diocesi africane: parlano i Vescovi di Impfondo e di Bafang

sabato, 20 ottobre 2012

Roma (Agenzia Fides) - Quali sono le sfide che deve affrontare un Vescovo di una nuova diocesi per promuovere l’evangelizzazione nel territorio che gli è stato affidato? L’Agenzia Fides ha intervistato su questo tema Sua Ecc. Mons. Jean Gardin, Vescovo di Impfondo, nella Repubblica del Congo, e Sua Ecc. Mons. Abraham Kome, Vescovo di Bafang, in Camerun.
“La mia diocesi è stata creata nel marzo 2011. Impfondo si trova all’estremo nord della Repubblica del Congo (Congo Brazzaville), tra il fiume Ubangui e la frontiera con la Repubblica Centrafricana” spiega Mons. Gardin. “Il suo territorio è un enorme deserto verde, con una superficie, in gran parte ricoperta dalla foresta, di 60.000 kmq e con una densità di 3 abitanti per kmq”. Il Vescovo afferma che “gli abitanti sono persone molte aperte all’evangelizzazione. Sentono il bisogno di un rapporto con il Signore. Il problema è che ci sono numerose sette, che in un contesto di forte povertà, hanno facile presa perché promettono miracoli ed altri successi materiali. Alcune di queste sette sono locali, altre provengono dall’estero, altre ancora sono nate da scissioni locali di associazioni straniere”.
È proprio la promozione umana una delle chiavi scelte da Mons. Gardin per portare avanti l’opera di evangelizzazione. “Impfondo è isolata rispetto al resto del Paese, tanto è vero che il nostro primo problema riguarda gli spostamenti, sia per guidare le attività pastorali che solo per raggiungere la capitale, Brazzaville. Non ci sono strade e gli unici mezzi sono l’aereo o le imbarcazioni fluviali” spiega Mons. Gardin. “Per questo motivo siamo impegnati in un programma che ha per obiettivo il raggiungimento dell’autosufficienza. Stiamo acquistando un battello spingi barche per trasportare a Brazzaville le produzioni locali. La nostra regione vanta una fiorente agricoltura, ma purtroppo finora non abbiamo avuto i mezzi per far giungere sui mercati nazionali i prodotti. Oltre alle produzioni agricole c’è il legno da esportare. Con questo battello speriamo di ottenere i fondi per finanziare i progetti della diocesi, in particole scuole e centri sanitari. Abbiamo trovato i fondi per acquistare il battello ora dobbiamo trovare i fondi per le barche” conclude Mons. Gardin.
Anche Mons. Abraham Kome, Vescovo di Bafang, ritiene che “la salvezza dell’anima integra la salvezza della totalità dell’essere umano: non si può parlare del Cielo come se non ci fosse la terra. Così la nostra preoccupazione è quella di creare e gestire strutture (scuole e centri sanitari) che integrino la nostra azione pastorale. Oltre alle strutture materiali occorre formare le persone che vi operano, religiosi/e o laici”. Il Vescovo di Bafang descrive così la sua diocesi: “su 400.000 abitanti circa la metà (intorno ai 200.000) sono cattolici. Ci sono poi aderenti alle chiese protestanti, alla religione tradizionale africana, e a quelle che preferiscono chiamare ‘nuove espressioni religiose’, perché il termine ‘setta’ sembra un po’ offensivo. Questi nuovi movimenti religiosi sono di origine straniera, in particolare statunitense, che transitano prima di arrivare in Camerun, attraverso la Nigeria. È un ambiente essenzialmente anglofono”.
Mons. Kome sottolinea che la visita in Camerun di Benedetto XVI “ha lasciato una forte emozione nel Paese”. “Tuttavia il nostro lavoro ha avuto inizio nel momento in cui il Santo Padre ha lasciato il Camerun, perché sta a noi adesso raccogliere il Suo messaggio per diffonderlo ulteriormente e trasformarlo in azioni concrete” conclude il Vescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 20/10/2012)


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