ASIA/INDIA - Un tribunale indiano: la preghiera in casa è libera e non deve essere autorizzata

venerdì, 12 ottobre 2012

Madras (Agenzia Fides) – Le assemblee di preghiera in case private, di qualsiasi religione, sono libere, non possono essere impedite e non hanno bisogno di alcuna autorizzazione delle autorità civili o di polizia: è quanto ha stabilito l’Alta Corte di Madras, capitale dello stato del Tamil Nadu, nel Sud dell’India. Come riferito da fonti locali di Fides, la sentenza, definita “un successo” dalle comunità cristiane, è stata emessa nei giorni scorsi dal giudice S. Manikumar in seguito a un ricorso presentato da un fedele cristiano del distretto di Kanyakumari. Colachel – questo il nome dell’uomo – era solito organizzare incontri di preghiera in casa con altri fedeli cristiani Pentecostali. La polizia e l'amministrazione civile del distretto, ha riferito, avevano messo in atto misure per impedire o interferire con lo svolgimento di tali incontri. Il giudice, tuttavia, ha chiarito che tali assemblee possono essere interrotte dalla polizia solo se “portano turbativa all'ordine pubblico o inquinamento acustico, infrangono la salute o la moralità pubblica o violano i diritti di altri residenti”, secondo le norme vigenti. Diversamente, le autorità statali non hanno alcun potere e diritto di impedire la libera preghiera dei fedeli, dato che questa sarebbe una limitazione della “libertà di praticare e professare qualsiasi religione”, garantita nella Costituzione indiana.
Come riferito all'Agenzia Fides dalla “Evangelical Fellowship of India”, nei giorni scorsi a Mysore, nello stato del Karantaka, quattro poliziotti hanno fermato un incontro di preghiera in casa di cristiani, percuotendo il Pastore e sequestrando le Bibbie, invocando la “mancanza di autorizzazione”. Sempre in Karnataka, nei pressi della cittadina di Arasikere, un folto gruppo di estremisti indù ha fatto irruzione in una casa privata mettendo in fuga con la violenza i cristiani riuniti in preghiera. La polizia locale, interpellata, non ha permesso ai cristiani di organizzare un nuovo incontro.
Padre Dominic D'Abrio, portavoce della Conferenza Episcopale dell’India (CBCI), commenta a Fides: “La sentenza della Corte di Madras è un buon segno per i cristiani e per tutti i credenti, che vedono confermato il loro diritto sacro alla libertà di culto e di religione. Credo che potrà essere di esempio e di incoraggiamento, aiutando i credenti in India a sentirsi liberi di coltivare la loro vita spirituale. E’ anche una vittoria dello stato di diritto, dato che la libertà di culto è espressamente tutelata dalla Costituzione. Come cristiani continueremo a ribadire l’importanza e il valore fondamentale della libertà religiosa, fondamento di ogni altra libertà”. (PA) (Agenzia Fides 12/10/2012)


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