AFRICA/MALI - “Perdono i miei aggressori” dice il Presidente ad interim al suo rientro in Mali

sabato, 28 luglio 2012

Bamako (Agenzia Fides)-“Perdono i miei aggressori”, ha affermato il Presidente ad interim del Mali, Dioncounda Traoré, al suo rientro in patria dopo un lungo periodo di convalescenza in Francia, per curarsi dalle ferite causate dall’aggressione all’interno del palazzo presidenziale, lo scorso maggio (vedi Fides 22/5/2012).
Traoré è stato accolto il 27 luglio all’aeroporto di Bamako dal Premier della transizione Cheick Modibo Diarra. Il Presidente ad interim dovrà subito impegnarsi per formare entro il 31 luglio un governo di unità nazionale come richiesto dai Paesi vicini, che in caso contrario minacciano sanzioni.
Gli Stati confinanti al Mali sono infatti molto preoccupati per l’instabilità del Paese, diviso da un nord in mano a gruppi islamisti che hanno emarginato il laico Movimento di Liberazione Nazionale dell'Azawad (MNLA), e il sud dove regna l’instabilità politica a seguito del golpe militare del 22 marzo. La comunità internazionale (USA, Francia e Stati dell’Africa occidentale in testa) hanno esercitato forti pressioni per avviare un processo di transizione per permettere infine di tornare alla legalità e alla democrazia. Le divisioni politiche a Bamako infatti impediscono di affrontare la crisi nel nord, dove la presenza di movimenti islamisti allarma gli Stati confinanti e quelli occidentali.
La diplomazia francese si è attivata per promuovere un’iniziativa africana sia sul piano negoziale (in particolare avviando colloqui con l’MNLA) sia, eventualmente, sul piano militare. La proposta di un invio nel nord Mali di una missione militare africana (con l’appoggio francese e di altri) non è però ben vista dalla maggioranza dei maliani, che preferirebbero una soluzione “maliana” attraverso una larga consultazione di tutte le componenti politiche e sociali del Paese.
Ma una soluzione “maliana” della crisi del nord presuppone la creazione di un governo di unità nazionale che sia riconosciuto ed accettato da tutti. Ed è questa la sfida che deve affrontare Traoré nei prossimi giorni. (L.M.) (Agenzia Fides 28/7/2012)


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