ASIA/INDIA - I cristiani: no alla “legge anti-conversione” nello stato di Manipur

sabato, 30 giugno 2012

Imphal (Agenzia Fides) - I cristiani rifiutano la proposta di introdurre una “legge anti-conversione” nello stato di Manipur (India Orientale), che sottoporrebbe a un lungo iter, tramite la polizia e la magistratura, il cittadino che volesse cambiare religione. La proposta, sollevata da un “Forum dei Popoli indigeni” nei giorni scorsi, viene presentata come “legge per garantire la libertà di religione”. Invece, nota a Fides il “Global Council of Indian Christians” (GCIC), “in tutte le sedi, nazionali e internazionali, si è definito che tali leggi anti-conversione sono leggi draconiane che violano i diritti fondamentali e costituzionali dei cittadini”.
Secondo i cristiani, tali leggi sono strumenti nelle mani di gruppi estremisti indù che sono contrari alla presenza dei cristiani nel paese e li accusano di “proselitismo e conversioni forzate”. “Le leggi anti-conversione in Orissa, Madhya Pradesh e Chhattisgarh – nota il GCIC – sono state sottoposte ad abusi da parte di forze estremiste indù per colpire le minoranze religiose, avvelenando il tessuto sociale e seminando odio all'interno degli stati di Orissa e Gujarat”. Il GCIC chiede al governo la autentica tutela della libertà di coscienza e di religione e dei diritti fondamentali di ogni cittadino. (PA) (Agenzia Fides 30/6/2012)


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