ASIA/MALAYSIA - Oltre 5.000 Bibbie dissequestrate dal governo per le comunità cristiane del Borneo

martedì, 26 giugno 2012

Kota Kinabalu (Agenzia Fides) – Soddisfazione nella comunità cristiana delle province di Sabah, Sarawak e nel territorio federale dell’isola di Labuan, parte della Malaysia insulare: come riferito a Fides da fonti locali, il governo ha dato l’autorizzazione all’uso delle Bibbie in lingua Bahasha Malaysia che contengono la parola “Allah” per riferirsi a Dio. Le autorità hanno concesso una deroga, in quanto è ancora in corso una controversia legale avviata dalla Chiesa cattolica, che due anni fa aveva rivendicato l’uso del termine “Allah”, che il governo voleva vietare. Il processo legale in primo grado si era concluso con un verdetto favorevole alla Chiesa, ma il governo aveva presentato appello e, nel frattempo, il tribunale aveva sospeso l’uso e la diffusione di tali Bibbie. Ora nelle province del Borneo, dove i cristiani contano una presenza massiccia, le autorità locali hanno concesso la libera circolazione delle Bibbia, dissequestrando, fra l’altro, oltre 5.000 copie della antica versione della Bibbia in lingua malay, chiamata “Alkitab”, che erano bloccate alla dogana nei porti di Klang e Kuching. La traduzione della Bibbia “Alkitab” ha compiuto di recente 400 anni: dunque da secoli i cristiani locali utilizzavano la parola “Allah” per indicare Dio, “ben prima della formazione della Malaysia, nata nel 1963”, notano fonti di Fides. Fu lo studioso cristiano Albert Corneliszn Ruyl a completare la traduzione del Vangelo di Matteo in lingua Bahasha Malaysia nel 1612, e la prima pubblicazione della traduzione ci fu nel 1629, in un testo che conteneva anche i Dieci comandamenti, preghiere, salmi e inni. (PA) (Agenzia Fides 26/6/2012)


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