ASIA/AFGHANISTAN - A rischio il “Partito della solidarietà”, accusato dai “signori della guerra”

sabato, 12 maggio 2012

Kabul (Agenzia Fides) – E’ un partito “scomodo” e dunque rischia di sparire, accusato e delegittimato dai “signori della guerra” e dai criminali. Il partito democratico afgano “Hambastagi” (“Partito della Solidarietà”), espressione di movimenti della società civile, donne, giovani, avvocati, il 30 aprile scorso ha organizzato una manifestazione, nel ventesimo anniversario della presa del potere di Kabul da parte delle milizie fondamentaliste, per chiedere giustizia per le vittime civili e la deposizione dei “signori della guerra” che siedono nel Parlamento afghano. Ora quegli stessi criminali intendono togliere al partito ogni legittimità politica, annullando il suo status giuridico, mettendolo fuorilegge e chiedendo che i suoi membri vengano messi sotto processo per avere insultato la “jihad”.
I leader del Partito della Solidarietà sono stati ufficialmente chiamati in Senato per rispondere alle accuse e la Tv statale ha già annunciato che la registrazione del Partito è stata annullata, anche se l’Hambastagi non ha ancora ricevuto alcuna notifica ufficiale.
Nei giorni scorsi, informa una nota del Partito giunta a Fides, i leader hanno ricevuto minacce per telefono e per e-mail da parte dei signori della guerra. Sono chiari segnali intimidatori, spiegano fonti di Fides, che dimostrano come siano ancora ben lontane la libertà politica e la libertà di opinione in Afghanistan.
Il Partito, nella nota pervenuta a Fides, chiede il sostegno dei cittadini afgani che hanno a cuore la democrazia, nel paese e all'estero. Rasikh, esponente dell’Hambastagi, domanda a tutte le istituzioni democratiche, le associazioni, i sostenitori, gli attivisti per i diritti umani, di inviare lettere di protesta a entrambe le Camere del Parlamento afgano, al presidente, al ministero della giustizia. Il partito Hambastagi rappresenta una speranza per un futuro democratico e rispettoso dei diritti e delle libertà individuali in Afghanistan. (PA) (Agenzia Fides 12/5/2012)


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