AFRICA/GUINEA BISSAU - Accordo sulla transizione tra golpisti e partiti; la condanna internazionale e la contrarietà della popolazione

venerdì, 20 aprile 2012

Bissau (Agenzia Fides)- Da martedì 17 aprile l’emittente cattolica della Guinea Bissau, Radio Sol Mansi, è stata autorizzata a riprendere le trasmissioni. “La giunta militare ha autorizzato le radio private, tra le quali la nostra, a tornare a trasmettere” dice all’Agenzia Fides il direttore di Radio Sol Mansi, p. Davide Sciocco, missionario del PIME, che da anni vive ed opera nella Guinea Bissau.
La crisi scoppiata dopo il golpe militare del 12 aprile non sembra però di facile soluzione. “Per il momento non sembra che ci siano pericoli dello scoppio di violenze, ma sul piano politico la situazione si è complicata” dice il missionario. Il 19 aprile i rappresentanti di 25 partiti politici hanno firmato un accordo con i golpisti per instaurare un periodo di transizione di due anni. Il Parlamento è stato sciolto, il Primo Ministro ed il governo sono stati destituiti mentre è stato subito nominato un "Consiglio nazionale di transizione" che, come primo atto, ha designato Presidente di transizione Manuel Serifo Nhamadj. Questa procedura è stata però considerata incostituzionale dalla CEDEAO (la comunità degli Stati dell’Africa occidentale) che in precedenza aveva firmato con i militari golpisti un altro tipo di accordo.
“La maggioranza della popolazione è contraria all’accordo sulla transizione. Ieri i militari hanno convocato i leader religiosi (tra cui il Vescovo di Bissau) e i rappresentanti della società civile, chiedendo loro di sensibilizzare la popolazione perché comprenda le ragioni del colpo di Stato. Ma la gente non riesce a comprenderle. Si è quindi creato uno scollamento totale tra i militari e i politici da una parte e la popolazione dall’altra” conclude p. Sciocco.
Nel frattempo, la comunità dei Paesi lusofoni, alla quale la Guinea Bissau appartiene, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU l’invio nel Paese di una forza per il mantenimento della pace e l’adozione di misure, tra le quali sanzioni internazionali, “per ristabilire l’ordine costituzionale” e permettere il rilascio dei leader politici (tra i quali il Primo Ministro) arrestati dai golpisti. (L.M.) (Agenzia Fides 20/4/2012)


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