EUROPA/SVIZZERA - Libertà di religione: cresce il divario tra i principi enunciati, ampiamente accettati, e la loro applicazione quotidiana

venerdì, 2 marzo 2012

Ginevra (Agenzia Fides) - Sebbene non ne siano le uniche vittime, “gli attacchi terroristici contro i cristiani in Africa, Medio Oriente e Asia sono cresciuti del 309% tra il 2003 e il 2010. Circa il 70% della popolazione mondiale vive in paesi con restrizioni elevate sul credo e sulla pratica religiosa, e le minoranze religiose pagano il prezzo più alto. In generale, le restrizioni crescenti sulla religione colpiscono più di 2,2 miliardi di persone”. Questi dati sono stati ricordati dall’Arcivescovo Silvano M. Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed Istitutizioni specializzate a Ginevra, nel suo intervento di ieri, 1 marzo, alla 19^ sessione del Consiglio per i diritti umani.
L'Arcivescovo ha ricordato che “l’attuazione dei diritti umani è una sfida oggi difficile”, con particolare riguardo al diritto fondamentale e inalienabile di ogni persona alla “libertà di pensiero, di coscienza e religione o di credo”, e in molti paesi cresce il divario “tra i principi enunciati, ampiamente accettati, e la loro applicazione quotidiana sul terreno”. Perciò sono richiesti alla comunità internazionale ulteriori sforzi al fine di garantire la protezione delle persone nel loro esercizio della libertà di religione e della pratica religiosa. “Tali azioni sono urgentemente necessarie – ha affermato Mons. Tomasi - dal momento che in molti paesi la situazione sta peggiorando e la segnalazione di tali violazioni è sottovalutata”.
Nel suo intervento l’Osservatore Permanente della Santa Sede ha ricordato che “la libertà religiosa non è un diritto derivato, o una concessione, ma un diritto fondamentale e inalienabile della persona umana. Un credo religioso non deve essere percepito o considerato come dannoso o offensivo semplicemente perché è diverso da quello della maggioranza. Il compito del governo non è quello di definire la religione o riconoscere il suo valore, ma di conferire personalità giuridica alla comunità di fede, in modo che possa funzionare tranquillamente all'interno di un quadro giuridico”.
Mons. Tomasi ha quindi evidenziato che “il problema critico di fronte alla promozione e protezione dei diritti umani nel campo della libertà religiosa è l'intolleranza, che porta alla violenza e all'uccisione di molte persone innocenti ogni anno solo a causa delle loro convinzioni religiose” quindi ha invitato a “sostenere la tolleranza reciproca e il rispetto dei diritti umani e una maggiore uguaglianza tra i cittadini di diverse religioni al fine di realizzare una democrazia sana in cui si riconosce il ruolo pubblico della religione e la distinzione tra sfera religiosa e temporale” .
Concludendo il suo intervento, l’Arcivescovo Tomasi ha ribadito che “una cultura di tolleranza, di accettazione reciproca e di dialogo è urgente”, e per raggiungere questo obiettivo hanno un ruolo decisivo il sistema educativo e i mass media, “escludendo il pregiudizio e l'odio dai libri di testo, dai telegiornali e dai giornali, e attraverso la diffusione di informazioni accurate ed autentiche a tutti i gruppi che formano la società. Ma la mancanza di educazione e informazione, che facilita la manipolazione delle persone per scopi politici, è troppo spesso legata al sottosviluppo, alla povertà, alla mancanza di accesso ad una partecipazione effettiva nella gestione della società. Una maggiore giustizia sociale produce terreno fertile per la crescita di tutti i diritti umani”. (SL) (Agenzia Fides 02/03/2012)


Condividi: