DOSSIER FIDES - 150° ANNIVERSARIO DEL DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE, PRIMA PARTE: L’Immacolata Concezione dal Medioevo alla Definizione del Dogma

lunedì, 9 agosto 2004

- L’IMMACOLATA CONCEZIONE DAL MEDIOEVO ALLA DEFINIZIONE DEL DOGMA.

Nell’XI secolo il benedettino Eadmero, un discepolo di Sant’Anselmo, nel suo Tractatus de concepitone sanctae Mariae propende decisamente a favore della fede popolare e si pronuncia per il concepimento di Maria priva di ogni peccato.
Nel 1435, durante il Concilio di Basilea, Giovanni di Ramiroy si appella alla devozione popolare come al motivo principe per spingere i padri conciliari ad arrivare ad una conclusione riguardo all’Immacolata Concezione di Maria evitando così di scandalizzare il popolo cristiano che rimane offeso dall’affermazione che Maria è stata macchiata dal peccato originale.
Nella XXXVI sessione del Concilio (17 settembre 1439) fu emesso un decreto in cui si dichiarava che la credenza nell’Immacolata Concezione era pia, conforme al culto della Chiesa, alla fede cattolica, alla Sacra Scrittura e alla retta ragione, e perciò doveva essere tenuta da tutti i cattolici, con proibizione a chiunque di insegnare il contrario.
Prendendo in esame gli aspetti magisteriali sul tema dell’Immacolata Concezione, si può affermare che nessun pontefice ha mai espresso nel suo Magistero l’opinione maculista.
Papa Sisto IV, nel XV secolo pur non avendo preso alcuna decisione in merito alla definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione, proibì ai macolisti e agli immacolisti di accusarsi reciprocamente di eresia con due bolle, Cum praexcelsa , del 1477 e Grave nimis , del 1483. Liturgicamente adottò ufficialmente per Roma la festa della Concezione, approvando il nuovo formulario composto da Leonardo di Nogarole e Bernardino di Busto, nel quale si esprimeva il privilegio mariano.
Nel corso degli anni, l’indagine biblica e patristica si arricchì di nuovo dati, tanto che nella sessione VI del Concilio di Trento (1546) non mancarono coloro che si appellarono alla definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. Dal momento, però, che il Concilio era stato indetto per contrastare tesi eretiche dell’epoca, fu scartata l’ipotesi della definizione e fu deciso di aggiungere al decreto sulla universalità del peccato originale, la seguente dichiarazione: “Dichiara tuttavia questo santo Sinodo che non è nelle intenzioni di comprendere nel decreto relativo al peccato originale la Beata e Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, ma che sono da osservarsi le Costituzioni di papa Sisto IV sotto le pene contenute in esse e che vengono rinnovate.”
Nel XVII secolo si registra l’intervento di altri tre pontefici: Paolo V, impressionato dalle dispute tra immacolisti e macolisti proibì a chiunque di manifestare in pubblico il dissenso sulla dottrina favorevole all’Immacolata Concezione; Gregorio XV vietò ogni manifestazione di dissenso anche privato. Alessandro VII con la promulgazione della Costituzione Sollicitudo omnium Ecclesiarum determinava l’oggetto preciso della festa, precisando che si trattava della preservazione dell’anima della Vergine dalla colpa originale, nel primo istante della sua creazione e infusione al corpo, per speciale grazia e privilegio di Dio, in vista dei meriti di Cristo suo Figlio, Redentore del genere umano.
Gli effetti di questa costituzione furono eccezionali e l’espressione più feconda fu l’istituzione di varie confraternite intitolate all’Immacolata Concezione.
Sempre in questo periodo, in alcune università europee prese vita un movimento a sostegno dell’Immacolata Concezione che propugnava un votum sanguinis volto a difendere l’Immacolata Concezione di Maria fino all’effusione del sangue. Tale iniziativa fu fortemente criticata da Ludovico Antonio Muratori che la definì imprudente perché nata da una fede ingenua e non supportata dalla teologia.
Tuttavia, a rafforzare il sensus fidelium contribuirono alcuni fattori come la predicazione dei francescani, legati sin dal 1621 con un giuramento alla difesa dell’Immacolata Concezione, il catechismo del Bellarmino e, nel 1708, ad opera di Clemente XI, l’estensione alla Chiesa Universale della festa liturgica dell’Immacolata Concezione, festa già celebrata a partire del IX secolo nell’Italia meridionale per influsso dell’Oriente.(Agenzia Fides 9/8/2004)


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