AFRICA/SIERRA LEONE - Nascita e sviluppo di una Chiesa africana che festeggia 50 anni: la diocesi di Makeni

lunedì, 9 gennaio 2012

Makeni (Agenzia Fides) - L’8 luglio 1950 un drappello di quattro missionari Saveriani pionieri, sbarcava nel porto di Freetown, presso la sede centrale dell’amministrazione coloniale britannica della Sierra Leone. Pochi giorni dopo, i nuovi arrivati venivano destinati alle stazioni missionarie di Lunsar e di Makeni. Questi luoghi particolari della “Provincia del Nord” sarebbero così diventati la piattaforma per la fondazione e lo sviluppo di una nuova Chiesa africana, quella di Makeni. Chi li cappeggiava era un umile prete parmigiano, padre Augusto Fermo Azzolini (1908-1992), che due anni dopo, il 19 luglio 1952, veniva nominato Prefetto Apostolico della nuova prefettura di Makeni. Questa era stata creata il 3 aprile dalla suddivisione della diocesi di Freetown e Bo.
Dieci anni dopo, il 24 febbraio 1962, la Prefettura Apostolica di Makeni veniva elevata a Diocesi e, il 24 giugno 1962, mons. Azzolini veniva ordinato primo Vescovo di quella Chiesa missionaria, nella storica Cattedrale di Parma. Il Vescovo Azzolini resterà alla guida della diocesi di Makeni per quasi 25 anni, cioè fino al 17 novembre 1986, quando gli subentrerà Mons. Giorgio Biguzzi, pure lui missionario saveriano. Questi reggerà la diocesi per altri 25 anni, fino al 7 gennaio 2012, quando è stato eletto il nuovo Vescovo africano, P. Henry Aruna, della Diocesi di Kenema.
Mons. Azzolini, ritiratosi a Parma (in Italia), morì il 24 luglio 1992 e, per sua esplicita volontà, fu sepolto a Makeni (in Sierra Leone), dove tuttora riposa tra la “sua gente”. Nel lontano 11 febbraio 1956, mons. Azzolini - conscio che quanto prima sarebbe giunto il tempo per consegnare al clero locale questa Chiesa africana, che lui, su mandato apostolico, aveva stabilito in questa terra di Sierra Leone - aveva dato inizio al primo seminario di Makeni.
Ora, dopo 50 anni di lavoro apostolico - grazie soprattutto al suo successore, Mons. Giorgio Biguzzi - il clero locale è cresciuto piuttosto numeroso e copre buona parte del fabbisogno di questa diocesi, territorialmente piuttosto estesa (36.075 Kmq. con una popolazione di circa 2 milioni di abitanti), anche se con un numero piuttosto limitato di cattolici (circa quarantamila).
I preti locali, non solo sono ormai piuttosto numerosi (intorno ai 34), ma sono anche intellettualmente preparati con corsi di studio che li abilitano in diverse scienze - sia teologiche che comunicative - così da poter competere senza troppa fatica con le più organizzate e strutturate chiese d’Africa.
Ora Mons. Biguzzi - che celebra il suo giubileo d’argento episcopale, diventando Vescovo missionario emerito - consegna questa chiesa di Makeni al clero della Sierra Leone. All’inizio del suo servizio pastorale si era trovato, per oltre dieci anni, coinvolto nell’orribile ciclone della guerra civile, che proprio nella sua sede episcopale aveva stabilito la roccaforte del comando ribelle. Ora che la pace è ritornata e che di lavoro ne è stato fatto tanto - soprattutto con la collaborazione di molti - mons. Biguzzi consegna alla gente della Sierra Leone una Chiesa piuttosto adulta.
Questa chiesa di Makeni - giunta ora al suo primo 50° anno di fondazione e di vita - vuole così affermare la sua maturità e la sua capacità di essere fermento nella massa. Quella terra del Nord - che i primi missionari del XIX secolo trovarono difficile e che credevano refrattaria al Vangelo di Cristo e forse impetrabile per una forte presenza musulmana - ha ora prodotto i suoi buoni frutti cristiani e si prepara, con lungimiranza e con risultati già tangibili, ad estendersi e a radicarsi sempre più profondamente dentro il tessuto storico e sociale di questa nazione africana e a diventare così un segno concreto di speranza e di vita nuova per i tanti suoi abitanti, particolarmente quelli della Provincia del Nord. (GC/SL) (Agenzia Fides 09/01/2012)


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