AFRICA/BURUNDI - “Occorre fare ogni sforzo per evitare il baratro della guerra”: appello dei Vescovi del Burundi

martedì, 13 dicembre 2011

Bujumbura (Agenzia Fides) - “Vi invitiamo a respingere con forza la guerra e tutto quello che potrebbe far sprofondare di nuovo nella violenza il nostro Paese. Se non ci impegniamo a fare tutto quello che è in nostro potere, c’è il rischio che il Paese cada negli orrori di una nuova guerra, mentre sono ancora vive le ferite lasciate da quella passata”. È il drammatico appello rivolto dai Vescovi del Burundi ai loro connazionali nel Messaggio di Natale.
Nel documento, inviato all’Agenzia Fides, i Vescovi affermano che il Burundi era da tempo incamminato sulla via della riconciliazione e della ricostruzione civile dopo la fine della sanguinosa guerra civile (1993-2006): dal ritorno degli sfollati e dei rifugiati dai Paesi confinanti al multipartitismo, dal rispetto della libertà di espressione all’apertura di diversi cantieri per opere pubbliche e private. “È possibile che di fronte a tutti questi benefici, abbiamo ancora voglia di riprendere la logica della sfiducia, dell’esclusione, dei conflitti e della guerra? No e ancora no!” affermano i Vescovi nel messaggio.
Mentre si susseguono le voci di una ripresa della guerra, “negli ultimi tempi - scrivono i Vescovi - omicidi e massacri hanno superato ogni misura. Si va oltre i crimini ordinari, come quelli derivanti dalle rapine, dai conflitti fondiari e di interesse: il Paese è minacciato da crimini di sangue per motivi politici e dei quali si accusano tutte le parti in conflitto”. I Vescovi annotano che agli omicidi si è aggiunto il crimine delle sparizioni: “le persone vengono rapite, per poi essere assassinate, gettate nei fiumi o nella natura, facendone sparire ogni traccia, fino a giungere al punto di mutilarle per non farle riconoscere. Alcuni di questi crimini sono, purtroppo, attribuiti ad alcuni agenti dei Services de Renseignement National et de Sécurité Nationale”.
Si è instaurato un clima di paura tra il governo (che teme la presenza di gruppi armati) e la popolazione (che teme le violenze degli apparati di sicurezza), notano i Vescovi, che propongono alcuni punti per superare questa situazione: rispettare il governo uscito dalle elezioni democratiche il quale deve a sua volta rispettare e riconoscere il ruolo dell’opposizione; instaurare un dialogo tra tutte le parti politiche; indagare sugli agenti dei servizi di sicurezza additatati dalla popolazione come responsabili di crimini commessi nei suoi confronti; portare in giudizio i criminali già individuati “anche se appartenenti al partito al potere”; completare il processo di disarmo della popolazione e sciogliere le milizie di partito. (L.M.) (Agenzia Fides 13/12/2011)


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