ASIA/COREA DEL NORD - Minacce di guerra per “le luci e gli alberi di Natale sul confine”

lunedì, 12 dicembre 2011

Seul (Agenzia Fides) – Le luci natalizie e gli alberi di Natale costruiti dall’esercito della Corea del Sud nelle aree di confine con il Nord sono “una provocazione”, “fanno parte di una guerra psicologica” e potranno scatenare “un mare di fuoco” verso i sudcoreani: con tali minacce la Corea del Nord ha censurato le luci e le decorazioni natalizie che le truppe sudcoreane hanno posto a Aegibong, nella provincia di Gyeonggi. Aegibong si trova a circa tre chilometri dal confine con la Corea del Nord ed è una località dalla quale, secondo Pyongyang, partono provocazioni come “volantini e trasmissioni radio contro la Corea del nord”.
Le autorità del nord – spiega una fonte di Fides a Seul – temono l’influenza culturale del Sud sulla popolazione del Nord, che non potrà in alcun modo celebrare il Natale, festività rigidamente bandita a Nord della “cortina di bambù”. Per questo Pyongyang critica fortemente le luci di Natale affermando che – recita un sito di propaganda di Pyongyang – “se la mossa porterà a risultati imprevedibili, tutte le responsabilità saranno stabilite sui guerrafondai del Sud”.
Oltre alle decorazioni a Aegibong, i militari de Sud intendono creare decorazioni simili in altre due località lungo il confine, facilmente visibili dal lato Nord della linea di demarcazione militare che separa le due Coree: due grandi alberi di Natale saranno eretti il giorno di Natale e resteranno fino ai primi di gennaio. Al di là delle “contese natalizie”, nelle ultime settimane il Nord ha assunto un tono sempre più belligerante contro Seul, aumentando la retorica nazionalista.
Intanto, in occasione della Giornata mondiale per i Diritti umani (il 10 dicembre scorso), le organizzazioni della “Coalizione internazionale per fermare i crimini contro l'umanità in Corea del Nord”, nata nel settembre 2011 e composta da oltre 40 Ong come Amnesty International, Human Rights Watch, la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH), Freedom House, e Christian Solidarity Worldwide (CSW), hanno reiterato l’appello a “un'azione internazionale per fermare i crimini contro l'umanità perpetrati dalla dittatura della Corea del Nord”, chiedendo una apposita Commissione di inchiesta dell’Onu. (PA) (Agenzia Fides 12/12/2011)


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