“Senza respiro” La cura della tubercolosi nel 21° secolo, 20 mila i pazienti trattati in 32 progetti in 17 paesi nel mondo: Medici senza Frontiere e la Tubercolosi

sabato, 17 luglio 2004

Roma (Agenzia Fides) - L’associazione internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) è nata per offrire soccorso sanitario alle popolazioni in pericolo e testimoniare delle violazioni dei diritti umani cui assiste durante le sue missioni. Tra queste forte è l’impegno nella lotta per combattere la tubercolosi avviata ormai oltre 30 anni fa. Nel 2003, i pazienti trattati sono stati 20,000 in 32 progetti sparsi in 17 paesi.
La sfida principale dell’organizzazione è quella di mettere a punto sistemi “alternativi” di assistenza che rendano più facile l’aderenza alle terapie e riducano il periodo di ospedalizzazione. Per esempio in Cambogia MSF sta sperimentando un sistema di assistenza domiciliare, mentre in Tailandia le cure vengo erogate direttamente nel luogo di lavoro (“factory-based treatment”). Spesso infatti i pazienti interrompono la terapia perché non possono permettersi di assentarsi dal lavoro per periodi prolungati.
“Per poter assistere in modo adeguato i malati di Tb dovremmo disporre di strumenti diagnostici affidabili, ha detto Rowan Gillies, presidente internazionale di MSF, ma questi strumenti oggi mancano. I test oggi disponibili sono particolarmente inefficaci nel caso di pazienti sieropositivi: persino nei centri di salute bene attrezzati gli attuali strumenti diagnostici riescono a individuare la TB solo nel 50% dei pazienti affetti da HIV”.
La diagnosi della TB nei bambini è particolarmente problematica in quanto si basa quasi esclusivamente sui sintomi e non può essere confermata accuratamente.
I farmaci oggi utilizzati nei trattamenti di prima linea sono stati sviluppati negli anni ‘40 e ‘60. “Con questi strumenti non possiamo curare i pazienti in modo appropriato, ha detto Oliver Brouant, capo missione del progetto di MSF per la cura della TB a Mumbai (India). I pazienti devono assumere le terapie per 6-8 mesi, in un regime di osservazione diretta che impedisce loro di continuare a lavorare e a mantenere i familiari”.
Secondo MSF è assolutamente necessario rendere ampiamente disponibili combinazioni fisse dei cocktails di farmaci necessari a combattere la malattia studiate apposta per i bambini.
(AP/MSF) (17/7/2004 Agenzia Fides)


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