Alcuni dati epidemiologici

sabato, 17 luglio 2004

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - In occasione della Giornata Mondiale della Tubercolosi, l’Oms ha dichiarato che ogni anno si registrano nel mondo quasi nove milioni di nuovi casi di tubercolosi, quattro milioni dei quali sono infezioni e circa due milioni le morti nonostante i trattamenti economici che fino al 95% dei casi risultano efficaci. Si spera che entro il 2005 vengano individuate il 70% di tutte le infezioni e curati l’85% dei pazienti.
La distribuzione dei casi di Tbc per paesi differisce nell’ambito di una stessa regione a seconda delle condizioni socioeconomiche di ogni paese, dei diversi programmi di controllo e dell’impatto con l’Hiv. L’80% di Tbc nel mondo è in 22 paesi, 15 dei quali dichiarati come i più poveri del mondo, mentre i sette rimanenti appartengono alla frangia di paesi con reddito economico medio (Indonesia, Filippine, Sudafrica, Russia, Brasile, Birmania e Perú).
Nel decennio 1990-2000 si è raggiunta la cifra di 90 milioni di persone infettate e circa 1/3 di queste (30 milioni) sono morte. Tra i casi notificati in Europa, il 51% sono in Svizzera, il 41% in Olanda e Svezia, il 38% in Danimarca ed il 16% in Italia. Grazie ai progressi socio-economici, alle migliori condizioni igieniche di vita ed alla disponibilità di farmaci antitubercolari efficaci, il fenomeno tubercolosi in Italia è indubbiamente cambiato molto, passando da una malattia che colpiva indistintamente chiunque, a partire dalla più tenera età, ad una malattia che, pur essendo sicuramente in grado di colpire soggetti di ogni età ed estrazione sociale, sembra essere maggiormente limitata a particolare sottogruppi della popolazione generale.
I dati epidemiologici italiani ISTAT disponibili dal 1975 in poi sulla mortalità per TBC evidenziano una progressiva costante diminuzione tra gli adulti, ma una sostanziale stabilità nelle età pediatriche. Numerosi sono i fattori che contribuiscono al mantenimento o addirittura alla recrudescenza dell'infezione; tra quelli più frequentemente citati l'incremento numerico dei sieropositivi per HIV e dei malati di AIDS.
Gli ultimi dati fornitici dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, riferiscono che nel 2003 sono stati registrati 6 casi e nessun decesso, mentre nel periodo gennaio-giugno 2004 i casi registrati sono stati 10, fortunatamente senza alcun decesso.
La distribuzione per nazione di origine dei casi di TBC notificati dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale (O.E.R.) del Lazio nel 1994 evidenzia come il 25% riguarda cittadini stranieri (Africani 9%, Asiatici 5%, Sud Americani 4%, Europa dell'Est 5%, Altri 2%). Sempre dai dati elaborati dall'O.E.R. del Lazio, si rileva che negli anni dal 1987 al 1992 la mortalità per TBC polmonare è andata progressivamente riducendosi mentre quella per TBC extra-polmonare (per lo più legata a stati di immunodeficienza) ha subito un incremento.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che nel 2000 sono stati registrati in Europa 385.810 casi distribuiti in 15 paesi dell’Unione Europea oltre ad Andorra, Israele, Malta, Monaco, Norvegia, San Marino e Svizzera, con tassi di incidenza di 12 casi per 100.000 abitanti; nella zona est, che comprende i nuovi paesi dell’ex Unione Sovietica, 90 casi per 100.000 abitanti; nella zona centrale, che comprende i 13 paesi rimanenti, 41 casi per 100.000 abitanti. Comparati con i dati del 1995, nella zona ovest e nella maggior parte dei paesi della zona centrale si nota un calo, mentre nella zona est un aumento del 57%, con incrementi medi annuali nella maggior parte di questi paesi del 5-12%.
In Spagna si verificano ogni anno tra i 12.000 e 14.000 nuovi casi la metà dei quali altamente contagiosi. Si stima che il 10-15% dei casi di Tbc all’anno siano dovuti all’Aids. Il Paese, secondo in Europa per Aids, nel 2000 ha registrato 2.745 casi, il 32% dei quali malati di Tbc. (AP) (17/7/2004 Agenzia Fides)


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