ASIA/TAILANDIA - Aids: l’Asia come l’Africa 15 anni fa: 7.4 milioni di sieropositivi

martedì, 6 luglio 2004

Roma (Agenzia Fides) - Secondo le stime del Rapporto 2004 appena pubblicato dall’Unaids, in molti paesi dell’Asia l’Aids si sta rapidamente diffondendo.
Tra le motivazioni fondamentali dei 7,4 milioni di sieropositivi emerge la scarsa o totale mancanza di informazione al riguardo, nonostante siano passati venti anni dalla prima diagnosi.
Lo scorso anno in Asia sono stati registrati 1,1 milioni di nuovi casi, dato allarmante visto che nel continente vive il 60% della popolazione mondiale.
L’epidemia è particolarmente diffusa nei paesi del sudest asiatico, Birmania, Tailandia e Cambogia, dove il 3% della popolazione è contagiata. In India, dove si conta la seconda popolazione infettata al mondo dopo l’Africa del sud, con 5,1 milioni di persone, uno studio ha mostrato che un quarto della popolazione non ha mai sentito parlare di Aids. In Bangladesh meno del 20% delle donne sposate e il 33% degli uomini sposati hanno sentito parlare della malattia. L’Indonesia, con 210 milioni di abitanti ed un uso molto diffuso di siringhe contagiate dalla droga offre un ambiente ideale per la diffusione massiccia della pandemia. Il Vietnam, a causa di droga e prostituzione, mostra il caso più inquietante nonostante il tasso di diffusione sia inferiore all’1%.
Nonostante sia l’Africa subsahariana il paese maggiormente colpito al mondo con 25 milioni di casi, l’Asia necessita di 20 miliardi di dollari (16,4 miliardi di euro) per il programma di prevenzione e cura da realizzare entro il 2007, contro gli attuali cinque miliardi di dollari.
Se non si riuscisse a prendere alcun provvedimento, entro il 2010 la Cina potrebbe avere 10 milioni di contagiati. Il virus si è diffuso in tutte le province, e in alcune zone il tasso di prevalenza dovuto alla droga arriva all’80%. (AP) (6/7/2004 Agenzia Fides; Righe:24; Parole:293)


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