AMERICA/VENEZUELA - Solidarietà con Haiti e fragilità istituzionale della nazione: la voce di Caritas Venezuela

sabato, 23 gennaio 2010

Caracas (Agenzia Fides) – Nei giorni 20-22 gennaio si è tenuta la riunione dei Delegati nazionali della pastorale sociale con la Caritas Venezuela, presso la sede della Conferenza Episcopale Venezuelana, a Caracas. Circa 60 delegati provenienti dalle diverse diocesi e arcidiocesi del Venezuela si sono riuniti per esaminare diversi temi, tra cui la Campagna “Compartir 2010”, i criteri per agire in momenti di emergenza, la Settimana per la Pace.
Al termine dei lavori è stato diffuso un comunicato dal titolo “L’azione sociale della Chiesa cattolica in Venezuela”, che è stato inviato all’Agenzia Fides. La Chiesa cattolica in Venezuela, attraverso la Caritas, esprime i sentimenti più profondi di solidarietà ai fratelli haitiani, per il devastante terremoto di martedì 12 gennaio, è scritto nel testo. Prega Dio Padre per coloro che hanno perso la vita e offre una parola di speranza a tutti i feriti e agli afflitti. La Conferenza Episcopale del Venezuela, attraverso la rete Caritas, promuove una campagna di solidarietà con i fratelli di Haiti, e esorta tutti i venezuelani ad offrire il loro contributo che sarà inviato alla Chiesa di Haiti attraverso Caritas Haiti, che già sta sviluppando un piano strategico per aiutare le persone colpite dal terremoto.
La seconda parte del documento diffuso al termine dell’incontro del 20-22 gennaio, ha per titolo “La Voce della Caritas: diagnosi della situazione dei Diritti Umani in Venezuela”. Questa parte presenta un breve rapporto sulla situazione dei diritti umani in Venezuela negli ultimi anni. Firmato dal Presidente della Caritas Venezuela, Mons. José Luís Azuaje Ayala, Vescovo di Vigía-San Carlos del Zulia, il documento riassume la situazione nazionale in una frase: “viviano in un paese dove non c’è separazione di poteri né istituzioni indipendenti”. Il documento presenta il deterioramento dell’autonomia dei poteri pubblici. Non esiste, in pratica, il potere legislativo, non esiste il potere giudiziario e neanche il potere elettorale. Le altre istituzioni dei cittadini, come la “Fiscalia”, la “Defensoria”, la “Contraloria”, eseguono tutto quello che ordina l’esecutivo, quindi alla fine è solo una persona che comanda chi deve essere espropriato, messo in carcere e licenziato dal suo lavoro. Questa è alla fine - come dice il documento - “la fragilità istituzionale e dello stato di diritto”. (CE) (Agenzia Fides 23/01/2010)


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