EUROPA/BELGIO - Una diagnosi tardiva porta ad un trattamento non più tempestivo e quindi ad una riduzione della speranza di vita: la lotta all’Aids passa per la diagnosi precoce

sabato, 21 novembre 2009

Bruxelles (Agenzia Fides) - Bruxelles ha lanciato una strategia di lotta all’Aids per ridurre il numero dei sieropositivi da qui al 2013 affidandosi alla diagnosi precoce. I dati indicano che tra il 2001 e il 2007 nell'Unione europea e nei paesi vicini le persone infette da Hiv sono passate da 1,5 a 2,2 milioni e di queste 730 mila sono residenti nell’Ue. I più a rischio sono soprattutto gli omosessuali e i consumatori di droga per endovena. Circa il 40% delle nuove infezioni, sottolinea la Commissione in un comunicato, è diagnosticato a uomini che hanno relazioni sessuali con altri uomini, mentre il 70% delle infezioni accertate nei paesi vicini dell’Ue sono state osservate tra gli immigrati da regioni a forte prevalenza di malati di Aids e tra i drogati. Particolarmente preoccupante è il numero delle persone che non sanno di essere sieropositive: circa il 30% nell’Ue e il 70% nei paesi vicini dell'Unione. Una diagnosi tardiva, sottolinea l'esecutivo Ue, porta ad un trattamento fatto non più in tempo e quindi ad una riduzione della speranza di vita, nonchè ad un aumento del rischio di trasmissione del virus. Con la strategia appena lanciata, basata sulla diagnosi precoce, la Commissione, oltre a ridurre il numero dei sieropositivi, intende facilitare l'accesso alla prevenzione, ai trattamenti e alle cure, e migliorare la qualità di vita delle persone che hanno contratto l’Aids. (AP) (21/11/2009 Agenzia Fides; Righe:224; Parole:19)


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