EUROPA/ITALIA - “Il fumo uccide” e alimenta l’insorgere di malattie broncopolmonari come la tubercolosi che conta 10/15 casi per 100.000 abitanti all’anno con tassi superiori negli immigrati e nei soggetti affetti da AIDS

lunedì, 31 maggio 2004

Roma (Agenzia Fides) - “Il fumo uccide”, “il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno” (47%), “può provocare il cancro ai polmoni” (circa il 44%), “in gravidanza fa male al bambino” (35%), “invecchia la pelle” (30%)… sono solo alcune delle frasi scritte sui pacchetti di sigarette che ricordano il rischio di sviluppare malattie cardio-vascolari o polmonari.
In Italia fuma il 26,2% della popolazione adulta, la percentuale più bassa registrata dal 1957: il 30% degli uomini ed il 22,2% delle donne. A diminuire sono soprattutto gli uomini, passati dal 33,2% del 2003 al 30% del 2004. Il 55,3% dei fumatori consuma più di 15 sigarette al dì, con una media pari a 17 sigarette al giorno (16,8 per i maschi e 18,2 per le femmine). Diminuiscono, tuttavia, i fumatori il cui consumo resta al di sotto delle 15 sigarette giornaliere, mentre il trend rimane stabile per i fumatori medi (15-24 sigarette) e per quelli forti (più di 25). Gli ex fumatori sono il 24,8% degli uomini e l’11,2% delle donne. I non fumatori sono il 45% dei maschi ed il 66,3% delle donne.
Al Sud dominano i fumatori, al Centro le fumatrici. La più alta percentuale di uomini che fuma si trova, infatti, nel Meridione (32,9% contro il 32,5% del Centro e il 26,5% del Nord), mentre le donne col ‘vizio’ sono più numerose al Centro (25% contro il 22,2% del Nord e il 21,3% del Sud).
Tra le malattie correlate con il fumo la tubercolosi ancora oggi rappresenta un’emergenza sanitaria sociale specie nei Paesi più poveri; nel 2000 infatti si stimano 10 milioni di malati l’anno con oltre 3 milioni di morti in tutto il mondo, concentrati prevalentemente in Africa, Asia e Sud America.
Malattie come asma bronchiale, tumori broncopolmonari, infezioni respiratorie colpiscono tra il 10 ed il 15% della popolazione italiana e sono destinate ad aumentare nei prossimi venti anni, anche per il peso del fumo di tabacco e dell’inquinamento ambientale, se non verranno prese misure efficaci a carattere individuale e sociale. Anche il peso delle altre malattie broncopolmonari è elevato: l’asma bronchiale con il 5% della popolazione e un’incidenza del 10% in età scolare; i tumori polmonari con 35-40.000 nuovi casi all’anno e 25-30.000 morti; la tubercolosi con 10/15 casi per 100.000 abitanti ogni anno con tassi superiori negli immigrati e nei soggetti affetti da AIDS; le polmoniti 1.200 casi per 100.000 abitanti all’anno; le embolie polmonari con 100 casi ogni 100.000 abitanti all’anno. (AP) (31/5/2004 Agenzia Fides; Righe:35; Parole:440)


Condividi: