AFRICA/R.D.CONGO - “LA RIPRESA DELLA GUERRA IN CONGO NON E’ CASUALE, ANCORA UNA VOLTA DIETRO CI SONO INTERESSI ECONOMICI” DICE UN MISSIONARIO

martedì, 13 maggio 2003

Kinshasa (Agenzia Fides) - “Nel momento in cui la Repubblica Democratica del Congo cerca di ritrovare l’unità nazionale si intensifica la guerra” dice all’Agenzia Fides p. Francesco, missionario saveriano con una lunga esperienza del Congo, commentando gli ultimi episodi di violenza che hanno sconvolto il paese. “La guerra tra Hema e Lendu nell’Ituri è solo l’ultimo anello di una catena di violenze che sconvolgono gran parte dell’est del Congo. Tutti questi fatti non sono casuali, ma fanno parte di un disegno volto a impadronirsi di questa parte del Congo, e soprattutto delle sue ricchezze”.
Nell’ aprile di quest’anno a Sun City (Sudafrica) era stato raggiunto un accordo per la divisione dei poteri tra il governo congolese e i ribelli, per mettere fine alla guerra civile che ha provato oltre 3 milioni di morti. In base all’accordo entro due anni si terranno elezioni politiche. Nel frattempo il paese verrà retto da un governo di transizione con la partecipazione di tutti i partiti e dei movimenti ribelli. Il governo di transizione verrà guidato dal Presidente Joseph Kabila, affiancato da 4 Vice-presidenti in rappresentanza della guerriglia e dei partiti d’opposizione. L’accordo include anche una nuova Costituzione.
“Ora che in Congo si sta lavorando per riportare la pace, vi sono forze che si attivano per far continuare la guerra” dice p. Francesco “quello che è successo due giorni fa a Bukavu è un esempio significativo. Nell’aeroporto della città stava per atterrare un aereo con una delegazione di 70 persone proveniente da Kinshasa. Ne facevano parte sia uomini del presidente Kabila sia dell’opposizione, che in nome dell’unità nazionale si recavano nella città per ristabilire l’amministrazione statale, assente dal 1998, inizio della guerra. I guerriglieri dell’Unione Democratica del Congo, (RCD-Goma), che non hanno aderito agli accordi di Sun City e che ancora controllano Bukavu hanno impedito all’aereo di atterrare, mettendo automezzi pesanti sulla pista. I soldati del RCD-Goma hanno anche sparato alla folla in attesa, che voleva accogliere finalmente i rappresentanti del loro legittimo governo”.
Proprio da Bukavu, il Vicario Generale della Diocesi, Mons. Xavier Maroy Rusengo, ha recentemente denunciato in un comunicato il clima di violenza che sconvolge la città e il territorio limitrofo. Riferendosi ai combattimenti avvenuti ad aprile, mons. Rusengo afferma: “I combattimenti con armi pesanti hanno provocato 11 morti e numerosi feriti; hanno paralizzato la città di Bukavu per due giorni e dato luogo a saccheggi dei beni della popolazione e a stupri di donne e ragazze”.
Mons. Rusengo chiede alla comunità internazionale “di prendere misure concrete per soffocare ogni velleità di ripresa delle ostilità nella nostra provincia e nel nostro paese”. Il Vicario Diocesano di Bukavu offre anche la solidarietà concreta dei cattolici della diocesi alle genti delle località più colpite delle violenze: “Noi possiamo offrire loro vestiti, cibo, aiuti agli insegnanti in modo che l’anno scolastico in corso si concluda felicemente per gli allievi.”(L.M.) (Agenzia Fides 13/5/2003 righe 41 parole 507)


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