ASIA/FILIPPINE - “Ricorsi nelle aule di giustizia, non rivolte di strada”: l’appello dell’Arcivescovo Fernando Capalla, Presidente dei Vescovi filippini, a cittadini e gruppi che denunciano brogli elettorali

lunedì, 24 maggio 2004

Manila (Agenzia Fides) - “Ogni ricorso per eventuali frodi elettorali va presentato nelle opportune sedi legali, e non con manifestazioni di strada”: è l’appello lanciato il 23 maggio da S.Ecc. Mons Fernando Capalla, Arcivescovo di Davao e Presidente della Conferenza Episcopale delle Filippine, mentre circolano nel paese voci insistenti di proteste pubbliche per contestare i risultati delle elezioni.
“Se vi sono state irregolarità o violazioni della legge, di qualunque genere e a qualunque livello, il modo per chiedere giustizia, in un sistema democratico, è quello di seguire gli itinerari previsti dalla legge, e non scendere in strada”, ha detto l’Arcivescovo in un comunicato.
Mentre nelle Filippine procede il conteggio dei voti e si attendono i risultati definitivi delle elezioni presidenziali del 10 maggio, alcuni movimenti e gruppi stanno denunciando frodi elettorali. Il gruppo “Patriots” ha afferma di aver prove di brogli sistematici, con testimoni e documenti.
L’Arcivescovo ha detto, rivolgendosi ai fedeli e a tutti i cittadini: “Esorto ciascuno di voi a continuare a pregare umilmente e fare i sacrifici necessari per un conteggio dei voti legalmente coretto, pacifico, trasparente e veloce”.
Mons. Capalla ha espresso fiducia e sostegno nel National Movement for Free Election, sottolineando che il Movimento è sostenuto ufficialmente dalla Chiesa e che numerosi sacerdoti, suore e volontari cattolici hanno preso parte al movimento e alle sue attività. “Il Signore benedica e guidi i nostri leader e ci ottenga il dono della pace”, ha concluso l’Arcivescovo.
Il candidato di opposizione Fernando Poe Jr, che secondo i sondaggi ha un distacco di tre-quattro punti percentuali dalla presidente uscente Arroyo (lo scrutinio è giunto a circa il 60% delle schede), ha minacciato di indire una nuova “People Power”, la grande manifestazione popolare non-violenta che nel 1986 destituì il dittatore Marcos e che nel 2001 costrinse alle dimissioni l’allora presidente Joseph Estrada, portando al governo Gloria Macapagal Arroyo. Oltre che sulla sua popolarità personale, Fernando Poe può contare oggi proprio sul sostegno politico di Estrada e della parte dell’elettorato a lui vicina, composta dai ceti più poveri e dalle classi più svantaggiate. Il sostegno economico gli è invece garantito dal magnate Eduardo Cojuangco junior, strettamente compromesso con la dittatura Marcos e tra i più discussi e potenti personaggi filippini.
Secondo gli osservatori, la Arroyo è in vantaggio perchè ha dalla sua parte l’appoggio della Chiesa, della grande finanza filippina, dei mass media. La Arroyo ha messo in guardia i suoi oppositori dall’innescare disordini o sedizioni, sconsigliando la popolazione dal seguire comportamenti “nemici della democrazia”. Secondo la Costituzione, è la Corte Suprema ad avere il potere di controllare, legittimare o invalidare l’elezione di un Presidente e vicepresidente della Repubblica. (PA) (Agenzia Fides 24/05/2004 Lines: 28 Words: 310)


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