ASIA/INDONESIA - “Libertà e autonomia per le scuole private, che devono poter mantenere la propria identità, ma senza inneggiare al fondamentalismo”: parla all’Agenzia Fides Mons. Cosmas Angkur, responsabile della Commissione per l’Educazione

mercoledì, 19 maggio 2004

Giacarta (Agenzia Fides) - “Combattere il fondamentalismo nelle scuole islamiche indonesiane è giusto ed è un dovere dello stato. La posizione della presidente Megawati è condivisibile, anche se credo possa essere dettata dal momento politico che vive il paese”, con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali del 5 luglio. E’ il commento rilasciato all’Agenzia Fides da Mons. Cosmas Michael Angkur, Vescovo di Bogor e responsabile della Commissione per l’Educazione in seno alla Conferenza Episcopale Indonesiana. Il Vescovo ha parlato a Fides dopo che la presidente indonesiana Megawati Sukarnoputri ha ordinato al Ministero degli Affari religiosi di riesaminare i programmi d’insegnamento della religione nelle scuole, sostenendo che i metodi attuali incoraggiano la crescita del radicalismo nel paese.
Di recente l’Indonesia è stata scossa dal caso della scuola islamica Al-Mukmin Pesantren, in Giava Centrale, fondata e gestita dal leader islamico militante Abu Bakar Bashir, accusato di essere legato alla rete terroristica Jemaah Islamiah.
Per il suo intervento, la presidente ha ricevuto le critiche del Consiglio degli Ulema Indonesiani.
“La Chiesa cattolica - apiega mons. Angkur - sostiene la libertà e l’autonomia per tutte le scuole private, che devono poter mantenere la propria identità. Anche le scuole islamiche devono poterla mantenere, ma senza incoraggiare l’estremismo”.
In Indonesia il sistema scolastico ha suscitato negli anni scorsi un vivace dibattito. Le scuole cattoliche sono state penalizzate da una nuova legge entrata in vigore nel luglio 2003, che impone l’insegnamento dell’islam anche agli istituti cattolici. Mons. Cosmas Michael Angkur l’ha definita “non necessaria e rischiosa per l’armonia religiosa”. Attualmente in alcune diocesi, le scuole cattoliche seguono il criterio di indire colloqui prima delle iscrizioni, chiedendo ai genitori degli studenti di sottoscrivere una dichiarazione in cui essi accettano il corso di studi adottato nella scuola. “Le nostre scuole sono aperte a tutti, sono un luogo di dialogo e di contatto fra persone di diversa fede, che imparano la convivenza e la condivisione di vita”.
Va notato infatti che in alcuni istituti cattolici indonesiani esiste già la figura dell’insegnante di religione musulmana, ma non come imposizione dello stato quanto come frutto di una libera scelta dei responsabili.
In Indonesia molte scuole sono gestite da istituzioni private. La Chiesa Cattolica accoglie nelle sue scuole, in genere ben organizzate e molto apprezzate, molti studenti di religione islamica, in alcuni casi fino anche al 90%. I cristiani affermano che l’insegnamento della religione non dovrebbe compromettere la libertà nell’educazione, garantita dalla Costituzione.
(PA) (Agenzia Fides 19/5/2004 lines: 39 words: 397)


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