AFRICA/SUDAFRICA - Il portavoce della Conferenza Episcopale Sudafricana, p. Efrem Tresoldi, commenta a Fides i risultati delle elezioni sudafricane

lunedì, 19 aprile 2004

Johannesburg (Agenzia Fides)- “L’elettorato sudafricano ha dato un grande credito di fiducia al Congresso Nazionale Africano (ANC), che ora porta sulle sue spalle la grande responsabilità di rispondere alla fiducia accordata” dice all’Agenzia Fides p. Efrem Tresoldi, portavoce della Conferenza Episcopale sudafricana, commentando i risultati, diffusi oggi, 19 aprile, delle elezioni legislative e locali sudafricane tenutesi il 14 aprile. Lo scrutinio ha visto la riconferma dell’ANC come primo partito sudafricano, avendo riportato il 69.68% dei voti. “La riconferma dell’ANC è un segno che l’elettorato è nel complesso soddisfatto della politica seguita da questo partito che governa il paese da 10 anni, dalla fine dell’apartheid” dice p. Tresoldi. “I segnali di scontento registrati dalla stampa prima delle elezioni, non erano forse così forti come sembravano in un primo momento”.
“Bisogna riconoscere che le elezioni si sono svolte in un clima tranquillo, senza episodi di violenza. Osservatori nazionali e internazionali hanno certificato che le elezioni sono state libere e senza brogli” dice p. Tresoldi. “È stato molto apprezzato il lavoro della Commissione elettorale indipendente che ha dimostrato una grande capacità organizzativa, tanto è vero che i risultati del voto sono stati resi noti nel giro di 3 giorni, invece che di 6 come era avvenuto nelle elezioni del 1999”.
“Con quasi i due terzi dei voti, l’ANC avrebbe adesso la possibilità teorica di cambiare la Costituzione” prosegue p. Tresoldi. “Non penso che questo avverrà, perché si tratta di una buona Costituzione che assicura il rispetto di tutte le minoranze e contiene un forte anelito di giustizia sociale”. Proprie sulle questioni sociali, secondo p. Tresoldi, il nuovo governo dovrà concentrare i suoi sforzi: “Rispetto ai tempi dell’apartheid il Sudafrica ha fatto passi da gigante nel campo sociale, ma molto rimane da fare, soprattutto a livello locale. In diverse province i servizi sociali sono carenti, soprattutto quelli assistenziali. Faccio un solo esempio: i pensionati fanno la fila un giorno intero per ritirare la pensione davanti all’ufficio postale. Quando arriva il loro turno, si sentono dire che i soldi sono finiti e devono ripassare il giorno successivo. Quello che manca ancora al paese è una classe di funzionari statali, motivata e ben preparata”.
Sul piano politico, p. Tresoldi rileva “il forte ridimensionamento del Nuovo Partito Nazionale, erede del partito dei bianchi sostenitori dell’Apartheid, che è sceso da 29 seggi a soli 7, e la buona affermazione del nuovo partito dei Democratici indipendenti, guidato da Patricia de Lille, che ah ottenuto 7 seggi”.
A livello provinciale, l’ANC ottiene 8 province su 9. Rimane incerta la situazione in quella del KwaZulu-Natal, dove il partito Inkatha, che rappresenta l’etnia Zulu, sta cercando di formare una coalizione con alcuni partiti minori, in modo da ottenere la maggioranza del 51% dei voti e potere così governare.
Mangosuthu Buthelezi, leader dell’ Inkatha, ha sporto denuncia per presunte irregolarità elettorali. (L.M.) (Agenzia Fides 19/4/2004, righe 41 parole 497)


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